mercoledì 28 dicembre 2011

Auguri a chi crede


Penso che a Natale i regali non contino. Non importa cosa doni, il pacchetto in sé ma importa cosa auguri. Cosa speri. Se ci speri soprattutto ancora, in qualcosa.
Conta se sei in grado di emozionarti nonostante il passare del tempo, per ogni minima e piccola cosa.
Conta se sei ancora capace di versare una lacrima, ridendo o piangendo.
Conta se hai ancora la voglia di vivere che ti scorre insieme al tuo sangue.
Contano i brividi che partoriscono e fioriscono sulla pelle.
Conta se hai ancora lo stupore d'un bimbo alla scoperta del mondo; se hai ancora voglia di vedere mille, magnifici soli sorgere e tramontare.
Conta se hai voglia di navigare mari sconosciuti e nuotare in acque straniere.
Conta se trovi nel dolore la forza di reagire.
Se hai il coraggio di voltare pagina, spiegare le tue ali e toccare il cielo.
Se nel buio d'ogni attimo, sei capace di vedere anche la più flebile delle luci.
Se stringi ancora i denti per trionfare, emozionato.
Se da ogni avversità, trai la bellezza di combattere per la vita.
Conta se dai ancora peso ad un abbraccio, ad una carezza, ad un bacio.
Se chiedi in prestito le braccia d'un amore per proteggerti dalle tempeste e gli occhi del tuo angelo per perderti nel suo immenso.
Conta se hai ancora la voglia, il coraggio, la forza d'amare ma soprattutto d'amarti.
Conta se hai ancora il coraggio di soffrire ancora, di avere lividi sul cuore e cicatrici che saranno a prova d'eterno.
Conta se vuoi ancora viverti la vita e accettarla per quell'oceano di gioie e dolori che è.
Conta se vuoi sentirti ancora esplodere il cuore dentro il petto dalle emozioni.
Conta che tu sia onesto, con te stesso e con gli altri. Che tu sia felice.
Non importa dove, quando, come e con chi. Conta che tu lo sia e basta.
Buone Feste.



Il Presidente
Gianni Massai

sabato 24 dicembre 2011

Comunicato di Natale - La luce e la vita si rinnovano


Carissimi,

questo 2011 che ci lascia è stato un anno importante per la nostra Comunità umana e politica.
E’ stato un anno nel quale abbiamo conquistato il diritto di essere artefici del destino nostro e delle migliaia di cittadini che si aspettano da noi un segnale di speranza, di concretezza, di fiducia nel futuro.

Il 2011 è stato l’anno nel quale, attraverso il Circolo Culturale Triskelys, ho avuto l’onore di rappresentare, a Sinalunga e nella Valdichiana, una generazione sempre ai margini della vita politica, di solito riservata a chi ha più di 50 anni. L’ho fatto e lo continuerò a fare, con la consapevolezza di portare con me il bagaglio della mia storia personale e della comunità umana che mi ha visto crescere politicamente e nella quale ho imparato i valori fondamentali della lealtà, del coraggio, della fedeltà alle proprie idee, dell’attaccamento alla propria terra.

Per questo motivo sento fortissima l’esigenza di rivolgere un caro augurio di Buon Natale e felice 2012 alla “mia gente”, a chi lotta quotidianamente per affermare il diritto ad esprimere le proprie idee, a chi cerca d’imporre un modello di politica onesta e fondata sui principi di giustizia, a chi non si rassegna all’omologazione e all’appiattimento, a chi si emoziona quando una vita scocca, fin dal concepimento, e vuole difenderla anche quando potrebbe scomparire su un letto d’ospedale grazie a un’iniezione, perchè la vita appartiene a se stessa e al Signore; a chi mi è stato vicino in questi mesi e a chi non ha potuto farlo.

Abbiamo attraversato tanti momenti difficili nella nostra breve storia, oggi, invece, siamo chiamati ad una nuova trasformazione, in un contesto di grande entusiasmo e attenzione nei nostri confronti. Noi, però, siamo carne e sangue e non ci basta il vento del consenso per sapere di aver vinto davvero. Per questo vi chiedo di guardare in faccia questo Sole che nasce e accompagnarlo dove vi portano i vostri cuori, senza timori né reticenze, per questo vi chiedo di mettervi e di mettermi sempre in discussione, per costruire un percorso “vero” di cambiamento e lasciare un segno nella storia di questa nostra terra.

Coraggio, allora. Ci siamo divisi e poi ritrovati, ora occorre rafforzare i legami con la nostra generazione, chiamare a raccolta gli indecisi, i perplessi, gli umorali, per spiegare loro che la vittoria è a portata di mano e solo una Compagnia unita può affrontare le avversità senza timore.

Proprio in questo periodo dell’anno in cui, con il solstizio d’inverno, simbolo della vita e della luce che si rinnova continuamente, inizia un percorso dove tutto porta con sé il marchio del cambiamento e anche il mese che sta a gran passi arrivando, gennaio, primo di dodici, alla mezzanotte del 31 dicembre riceve il testimone dal vecchio e rinasce come nuovo, il mio augurio è che il 2012 ci faccia rinascere all’altezza dei compiti a noi assegnati, donando a ciascuno felicità, serenità e grandi passioni.

Auguri, splendida gente della mia Compagnia.



Il Presidente
Gianni Massai

martedì 6 dicembre 2011

Volontariato, un fatto concreto del quotidiano

Venerdì 2 dicembre 2011 si è tenuta a Sinalunga presso il ristorante La Sirena, una serata intitolata Volontariamente, occasione data appunto dall’anno in corso e corrispondente all’anno europeo del volontariato, tra i presenti una figura di spicco l’On. Marco Scurria parlamentare europeo che ha concluso la serata.
L'articolo originale si trova qui (cliccare per aprire)

Nell’occasione è stata ricordata la storia del volontariato in Toscana, dalla più antica tradizione ecclesiastica e cavalleresca, che mise Siena, già a partire dal Medioevo, tra le prime organizzatrici di ospizi e ospedali al servizio di pellegrini e viandanti, per arrivare lungo tutto un percorso storico fino ai nostri giorni, dove ancora, come affermato dall’On. Scurria, «il volontariato rappresenta una vera grande ricchezza della quale dobbiamo essere fieri e orgogliosi, forse l’unica vera forza sana e trasversale in grado di farci superare questo difficile momento».
Durante tutta la serata un’atmosfera ricca solo di voglia di fare e di condivisione, dove abbiamo potuto ascoltare con grande piacere la storia del volontariato raccontata dal principale organizzatore Gianni Massai (foto), e le pregevoli conclusioni del parlamentare europeo Marco Scurria, anche gli interventi non sono stati solo di rito, e nella loro brevità hanno tutti teso ad esprimere il senso dell’essere volontariamente impegnati per il bene della società.

di Massimo Mori, Vice capogruppo Popolo della Libertà Provincia di Siena 

giovedì 1 dicembre 2011

Volont@ri@mente: bilancio e prospettive dell'Anno Europeo del Volontariato

 
 
Volontariato e Politica: un rapporto di interdipendenza, specie per chi interpreta la Politica come forma suprema di Volontariato.

Il 2011, dichiarato Anno Europeo del Volontariato, volge al termine: l'appuntamento è stato quindi pensato per stilare un bilancio delle conquiste raggiunte fino ad oggi e pensare insieme alle prospettive future. Il tutto in stretto raccordo con il territorio: l'associazionismo e il terzo settore sono di importanza vitale per il tessuto sociale di Sinalunga e della Valdichiana. Attraverso lo scambio e la conoscenza tra Paesi ed esperienze diverse, vogliamo connettere Sinalunga ad un'Europa sempre più impegnata ed in prima linea per creare strumenti attivi nel campo della solidarietà sociale.

Intervengono:
Gianni MASSAI - Presidente Circolo Culturale Triskelys
Pierluigi PELOSI - Dirigente Provinciale PDL
Francesco MICHELOTTI - Consigliere Provinciale PDL
Fabio CAVINI - Presidente Associazione Fratelli d'Italia

Conclude:
On. Marco SCURRIA - Europarlamentare, Relatore dell'Anno Europeo del Volontariato

PER INFO E PRENOTAZIONI:
Gianni 393/4743602
Gianluca 346/3650679

martedì 22 novembre 2011

Ora si fa sul serio: vogliamo le primarie

Il presente articolo pubblicato
sul Corriere di Siena il 25/07/2011
 (per ingrandire clicca sull'immagine)
“Alla luce degli ultimi eventi che hanno interessato la maggioranza di governo, è partita nelle prime quattro province della Toscana (Arezzo, Firenze, Siena e Grosseto) una campagna di raccolta firme per chiedere ai vertici del Popolo della Libertà, in vista delle prossime elezioni politiche, la veloce convocazione di un turno di Elezioni Primarie sulla scelta dei candidati alla Camera dei Deputati ed al Senato. La raccolta firme si terrà anche a Sinalunga e precisamente oggi al mercato cittadino, dove il Circolo Culturale Triskelys avrà un proprio spazio a disposizione”. Questo quanto fa sapere Gianni Massai, presidente del Circolo.
“Le elezioni primarie - spiega Massai - non rappresentano più un tabù per il Popolo della Libertà, sono richieste da tempo a più riprese dall’ex Ministro della Gioventù Giorgia Meloni e sono state indicate chiaramente dal Segretario Politico Nazionale Angelino Alfano come uno strumento valido per la selezione di una nuova classe dirigente nazionale”.

“Oggi più che mai - prosegue Massai - serve una risposta concreta all’antipolitica ed alla disaffezione che la gente sta mostrando nei confronti dei governanti. Alla luce degli ultimi avvenimenti dobbiamo fare autocritica ed ammettere che qualcosa non ha funzionato. Dobbiamo restituire alla nostra gente l’entusiasmo e la speranza e questo non si fa certo cambiando nome al partito o tornando indietro a ciò che c’era prima del Popolo della Libertà. Lo si fa piuttosto ripartendo dai contenuti, dai valori fondanti che caratterizzano la nostra parte politica: l’identità nazionale, la lotta alla droga, la difesa della vita, la legalità, la meritocrazia, ma anche restituendo agli elettori la capacità di essere protagonisti della politica. Siamo certi infatti che la politica fatta con passione, con amore, intesa come ‘servizio alla comunità’ rappresenti ancora la migliore risposta al deficit di sovranità e di partecipazione popolare che ha paralizzato il nostro paese e che scegliere direttamente i propri candidati, tra coloro che si sono fatti conoscere e stimare in seguito alla propria azione sul territorio, rappresenti il modo migliore per selezionare una nuova classe politica finalmente svincolata dalle ingerenze dei poteri forti, della speculazione bancaria e dell’usurocrazia”.
 
Foto durante la raccolta firme
“Il centrodestra italiano – aggiunge Massai - si trova oggi ad un bivio, come del resto tutta la politica italiana. O si restituisce agli elettori la possibilità di scegliere i propri candidati, sentendosi partecipi di una nuova fase politica nazionale, oppure dovremo rassegnarci ad un crescente disinteresse ed al trionfo dell’antipolitica. Oggi abbiamo finalmente l’occasione di poter tornare veramente a servire i cittadini ed un partito che si chiama, non a caso, ‘Popolo della Libertà’ non può ignorare questo richiamo”.
“Le prime province che hanno iniziato la raccolta firme - spiega ancora il presidente del Circolo Culturale Triskelys - sono Firenze, Siena, Arezzo e Grosseto, alle quali contiamo di aggiungere presto anche le altre, certi di raccogliere un vastissimo consenso tra i nostri elettori ed i nostri simpatizzanti. All’iniziativa hanno aderito numerosi eletti negli enti locali di tutta la Toscana, la Giovane Italia, il Movimento Studentesco Nazionale e svariate associazioni radicate sul territorio come appunto il Circolo Culturale Triskelys, ArezzoZERO, associazione culturale appartenente alla rete di Casaggì, Terra di Mezzo, Ground Zero”.

 
“Ripartiamo dalle parole dell’ex Ministro della Gioventù Giorgia Meloni e del Segretario Nazionale Alfano - conclude Massai - che da tempo stanno parlando di elezioni primarie per aprire la ‘fase due’ della vita politica del Popolo della Libertà, assieme alla celebrazione dei congressi in programma nei prossimi mesi. Siamo certi che l’imminente fase congressuale, assieme a questa grande iniziativa movimentista, restituiranno agli iscritti ed ai simpatizzanti del centrodestra, l’entusiasmo del 2008, quando oltre un milione di tricolori sventolavano per le strade di Roma sognando una nuova primavera per il nostro paese. Questo entusiasmo è stato in parte sopito dalla politica dei nominati, ma oggi è nostro dovere risvegliare e catalizzare quel sentimento in maniera positiva. Proprio durante la fase del tesseramento, appena concluso, in molti chiedevano idee, valori, cambiamento, rinnovamento e partecipazione: queste saranno le nostre parole d'ordine per il futuro”.



Il Presidente
Gianni Massai

domenica 13 novembre 2011

"Francamente non ho nulla contro Monti o Bini Smaghi o Siniscalco, ma voglio dire che non ho cominciato a fare politica per questo. Non ho speso i miei vent'anni di impegno politico per mettermi in fila dietro un banchiere scelto dai mercati. E non posso appassionarmi alle parole pronunciate qualche giorno fa da un nuovo Senatore a vita della Repubblica: 'Occorre cancellare il problema italiano di chi protegge la propria circoscrizione elettorale'. Sarà. Ma i governi eletti dal popolo al popolo rispondono. E i governi non eletti e fatti di tecnocrati, a chi rispondono? Personalmente ho sempre lavorato e continuerò a lavorare per la crescita del mio partito, del Popolo della libertà, e anche in questa occasione stiamo facendo del nostro meglio per trovare soluzioni condivise. Però, rispetto alle ipotesi di governo che tanto piacerebbero soprattutto ai partiti di opposizione, nessuno può impedirmi di chiamare le cose con il loro nome. Umiliazione della sovranità popolare, soppressione della libera scelta del popolo, tecnocrazia senza alcuna legittimità democratica. La crisi globale non l'ha causata Silvio Berlusconi. L'hanno causata le banche e la finanza internazionale. E adesso proprio gli esponenti delle banche e della finanza vogliono fare i salvatori della Patria? Ma se avevate tutte queste risposte da dare, perché non avete impedito la crisi nella quale ci troviamo?" (Giorgia Meloni)

giovedì 10 novembre 2011

Ricostruiamo l'Italia

La storia, che i padri romani definiscono magistra vitae, a volte si ripete ma, sfortunatamente, sembra che continui a non insegnare niente. Durante la crisi degli anni novanta in Europa salirono al potere diversi esponenti provenienti dal mondo bancario come Ciampi e Dini in Italia, Isarescu in Romania e Sturta in Moldavia. I risultati furono le privatizzazioni, lo smantellamento della previdenza pubblica e una crisi finanziaria dalla quale non siamo mai usciti.
Con grande apprensione, ma senza alcuna sorpresa, abbiamo appreso che fino alle prossime elezioni, previste per il febbraio dell’anno venturo, la Grecia sarà guidata da un governo tecnico appoggiato dal Pasok e da Nuova Democrazia presieduto da Lucas Papademos ex governatore della Banca centrale ellenica ed ex vicepresidente della Bce. Lo stesso partito comunista greco – dopo gli insegnamenti dei “nostri” Bertinotti, Diliberto e Vendola – si era dichiarato contrario a consultare il popolo con il referendum.
L’alta finanza, che dicono sia senza volto, non paga di aver esautorato de facto i governi politici (come da noi accadde con il governo Craxi, reo di aver chiesto la moratoria dei debiti internazionali e poi di aver difeso l’orgoglio nazionale a Sigonella), ora vuole assumere il controllo degli esecutivi anche de jure.
Anche nel Belpaese, dopo gli sciagurati precedenti dei governi di Ciampi e Dini, si vocifera della formazione di un nuovo esecutivo guidato dall’ex Commissario Ue Mario Monti o da Gianni Letta (uomini Goldman & Sachs) e beneamato dai “centristi” e dai “liberaldemocratici” delle due ali intercambiabili del Parlamento italiano. Un nuovo governo che, grazie ai voti di Fini, Rutelli, Casini, Bersani, Di Pietro, Vendola e degli ex diccì in fuga dal PdL, per prima cosa privatizzerà Eni, Finmeccanica ed Enel togliendoci l’ultimo baluardo di indipendenza energetica e industriale. Fantapolitica? Purtroppo no.
Il modello sociale europeo del dopoguerra, benché senz’altro liberista e capitalista, si è finora differenziato da quello anglosassone poiché più attento alla protezione sociale. Ne sono esempi un’assistenza sanitaria universale gestita dallo Stato, il divieto di licenziamento se non per giusta causa, l’assicurazione e la previdenza obbligatoria per i lavoratori. Ma tutto questo è un’eredità troppo gravosa per il turboliberismo della globalizzazione e così agli esecutivi del Vecchio Continente vengono imposti provvedimenti volti a smantellare lo stato sociale. I risultati sono evidenti: il precariato, autentico virus che distrugge la vita del popolo europeo, introdotto in Italia dal centro sinistra con il pacchetto Treu e consolidato dal governo del Cavaliere con la legge Biagi; i licenziamenti; il blocco degli scatti di anzianità; la rapina dei tfr; l’aumento dell’età pensionabile. Nonostante questo più noi paghiamo con le varie manovre e meno le cose vanno bene. Ma come può riprendere lo sviluppo economico se un popolo non ha il danaro neanche per le spese indispensabili? Le sedicenti politiche di austerità non sono una terapia contro la crisi, ma ne sono la causa o, perlomeno, un fattore di incremento. La soluzione può essere solo quella di restituire al popolo la sovranità monetaria e la sua dignità, poi riportare nuovamente il lavoro al centro della società.
Bisogna costruire una vera Europa, non quella atlantica dell’euro. Il tempo è ora scaduto: salviamoci finché siamo in tempo.

Stato sociale: paura per il futuro

Si agitano festanti nell’uggiosa notte della resa berlusconiana, dando la stura a frustrazioni represse e idiozie congenite. Cantavano di un sol dell’avvenire e si ritrovano al massimo con un Sole 24 ore in tasca e qualche sonora pernacchia in sottofondo, a scandirne l’incedere da vecchie pantegane della partitocrazia. Vorrebbero presentarsi come alternativi, ma di alternativo hanno solo il senso del pudore, così infimo da non indurli neanche a ritirarsi a vita privata. Giuseppe Mazzini, uno che citano spesso a sproposito, direbbe di loro: “Gridano avvenire dal seno delle rovine. Prigionieri la cui catena fu moderatamente allungata, si millantano liberi ed emancipati, perché gli è dato di movere intorno alla colonna che li tiene avvinti”.
Sinistrati e sinistri, si vantano di poter applicare meglio e più velocemente del Berlusca i diktat di Trichet e di Draghi, spianando a colpi di funeste liberalizzazioni i pochi anfratti ancora statali del Palazzo Italia. Cincischiano e farfugliano con inflessione dialettale emiliana e pugliese, o blaterano alla molisana. E, purtroppo, ho l’impressione che non sia finita qui.
Hanno legato il paese all’euro come un cane ad un albero con un filo di ferro, condannato a morte Eni, Enel e Finmeccanica, precarizzato il lavoro e ipotecato le pensioni. Sono il sequel peggiorato di un film horror già visto. Riproporranno la solita ricetta a base di tagli alla spesa, cianciando di correzione dei conti pubblici, di pareggio del bilancio e abbattimento del rapporto tra debito pubblico e Pil.
Non bisogna essere provetti economisti per capire che meno spesa pubblica significa impoverimento del Paese, riduzione della domanda interna e contrazione dei livelli di attività delle imprese. Nel tentativo, fasullo, di ridurre il debito, si continuerà insomma ad abbattere anche il Pil, restando fermi al palo.
Il tutto mentre un paese in cui il 10% della popolazione detiene il 60% di tutta la ricchezza rantola e annaspa.
“Che fare?”, direbbe qualcuno.
Abbiamo soltanto pistole ad acqua, ma unendole possiamo annebbiare la visuale di chi guida i blindati dell’usura e mandarlo fuori strada. Tante voci, una sola parola: Jatevenne! Tutti, a partire da colui che per provenienza geografica, meglio comprenderà il significato di questo invito.

lunedì 17 ottobre 2011

Domande ai manifestani (pacifici) di Roma

Cari Colleghi Indignati che siete affluiti rabbiosi a Roma, io sono indignato più di voi. Sono indignato con tutti quelli che fanno arrabbiare pure voi, ma in più sono indignato anche con voi per tre motivi. Il primo perché siete malintenzionati, volete fermare treni, sfasciare cose, terrorizzare la gente e provocare i poliziotti vostri coetanei. Ma mi spiegate che c'entrano con il Potere che v'indigna? Il secondo motivo di indignazione è che vi accanite contro Roma. Siete rimasti arretrati di qualche millennio perché Roma da un pezzo non è caput mundi e la crisi globale arriva a Roma di riflesso: siete per caso seguaci di Bossi e ritenete che tutti i mali urbi et orbi nascano a Roma ladrona e puttanona? Ma il terzo, più sostanziale motivo è che condivido la vostra indignazione contro il dominio della Borsa sulla vita, del mercato sulla società, del capitale sul lavoro, ma non riesco a vedere in voi lo straccio di un rimedio, l'accenno di una risposta. Assaltiamo le banche e poi che facciamo? Attacchiamo i ministeri e gli esattori delle tasse? E poi cosa otteniamo oltre il plauso degli evasori? Non predico la rassegnazione, capisco il formicolìo alle mani dei ragazzi, soprattutto se ingozzati dal benessere. E’ bene esprimere il vostro disagio, rendervi visibili e attivi e non chiudervi in solitudine, ma chiedete meritocrazia e non datevi allo sfascismo. E poi distinguete tra le colpe vere del Sistema, le ingiustizie sociali e la vostra inquietudine, anzi la nostra. L'anima vi sfugge e non sapete cosa fare della vita.



Il Presidente
Gianni Massai
29 settembre 2011

Con sconforto vedo il mio Paese alla deriva e mi chiedo: ma da dove può ripartire la politica? Dalla politica, scrive­vo ieri. Non è un circolo vizioso, è la realtà. La politica, come la giusti­zia, è finita in un caso personale, in un attacco o una difesa ad perso­nam. Si è perso il senso del­la realtà, la scala delle priorità, la distinzione degli ambiti e dei con­fini, ma ora la politica deve ricomin­ciare là dove sorge il suo nome e la sua essenza. Si chiama politica e nella polis è inclusa già l’idea plurale di una poligonia (tanti poligoni, tante sfaccettature diverse), per dirla con Gioberti, e della cittadinanza inte­ra. Non si può far politica solo intorno al “caso B”.

Che vuol dire ripartire dalla poli­tica? Innanzitutto vuol dire ricost­i­tuire un vero movimento politico, e quindi dotarsi di una prospetti­va e di un habitat. Il punto di parten­­za è l’Italia, il punto d’arrivo è la ri­forma dello Stato. In questo percorso la politica deve necessariamente ripar­tire dal legame sociale, politico e co­munitario e il suo orizzonte è colletti­vo, non singolare. La stessa antipolitica, alla fine, tradisce la no­stalgia della politica vera, che è de­cisione e dunque responsabilità personale, ma anche partecipa­zione e dunque popolo. Il senso di fare politica sta infatti nel legame sociale.

Non aspetto nessuna rivo­luzione liberale, come si vagheg­gia da vent’anni. Aspetto invece la politica, che non è l’economia, non è l’individuo, non è il mercato, per­ché ci sono cose che non possono essere regolate dal mercato, decise dall’economia, orientate solo su base individua­le. La politica si fonda sulle comu­nità locali - cioè cittadine, provin­ciali, territoriali - sulle comunan­ze politiche - cioè di partito, di idee, di culture civiche - sulle co­munità nazionali - cioè unite da amor patrio e identità nazionale - ­e sulle unioni sovranazionali - ­cioè le civiltà, come l’Europa o il Mediterraneo-. Dopo l’emergenza occorrerà ri­p­artire dal fare politica e non dal lea­der, che è piuttosto il punto d’arrivo e non di partenza, occorrerà un sistema elettorale reso coe­rente che elegga direttamente sia il sindaco che il rappresentante del territorio in Parlamento, sia il governatore regionale che il pre­mier. Non si può decidere tutto, sistema delle alleanze, ruolo dei soggetti in campo, margini del­l’azione politica, sulla sola base della lealtà al leader o in odio a lui, perché la politica lo precede e gli so­pravvive: i leader passano, l’Italia resta.
L’idea forte della politica è l’amore per il proprio Paese da cui deriva la volontà dell’Italia unita, l’amor patrio, il senso dello Stato, lo spirito pubbli­co e la necessità di guidare la socie­tà fra le tempeste del mondo glo­bale. Uno Stato che gestisca di me­no e controlli di più, più leggero ma più autorevole.

Anche in sede europea occorre ripartire dalla politica. A costo di essere visionari bisogna far nascere il so­ggetto politico Europa attra­verso un atto politico, fortemente simbolico e popolare, come può essere l’elezione diretta del presi­dente degli stati uniti d’Europa, perché se l’Europa ha una banca centrale ma non ha un governo centrale, sa­rà sempre la serva gracile della fi­nanza. Il nemico principale della politi­ca è oggi il privato, ma non fraintende­te, non intendo dire l’iniziativa privata o il settore privato rispetto al pubblico. Intendo dire che oggi il Privato sembra l’essenziale e il Pubblico la sua ricaduta. La politi­ca oggi si fa a partire dal privato, i cittadini valutano la politica sulla base della vita privata, il privato domina ovunque. Occorre restitu­ire dignità e autonomia alla sfera pubblica. Uno degli effetti della ti­rannia del privato è la ricattabilità dei personaggi pubblici sul priva­to, l’ossessione morbosa delle in­tercettazioni, il giudizio politico confuso con la sfera privata. La po­litica non può dipendere dal priva­to, né dipendere dalla morale, ma non può essere priva di etica. L’eti­ca è la morale degli Stati e della sfe­ra pubblica; la morale invece è l’etica del­le coscienze, che è di natura perso­nale e può essere mediata da enti morali e religiosi, ma non da istitu­zioni politiche. La politica si sposa all’etica ma non si addentra nella morale. Non pretendo che i politi­ci abbiano senso morale, ma esi­go che abbiano senso etico. Per fa­re un esempio non mi interessa la loro condotta sessuale, ma non ac­cetto che qualcuno abbia un ruo­lo pubblico per meriti sessuali, perché la prima può riguardare la morale, ma la seconda riguarda l’etica.
È folle questa fase della politica decisa su base privata, non solo in Italia, ma anche in tutto l’Occidente se si pensa al caso Strauss Kahn o Sarah Pa­lin. Il rovescio del moralismo è la pornocrazia - cioè il giudizio politi­co fondato sul comportamento sessuale-, è il virtuismo borghese criticato da Vilfredo Pareto cen­t’anni fa. Ma la risposta al morali­smo non può essere l’abbandono ai liberi impulsi della vita privata; la politica ha bisogno di un’etica che le dia decoro, dignità del ruo­lo e credibilità.

Infine mi domando: ci sono oggi le condizioni per ri­lanciare la politica? Onesta­mente non c’è il clima, non c’è uno spirito costituente, non c’è fervore e passione civile. Allora è nostro preciso dovere intercettare i flussi vita­li, ridestare gli spiriti sommersi nel profondo dei popoli, ma, pri­ma ancora, rieducare i cittadini a considerarsi popolo e non solo individui, far capire che i concetti di vita, di benessere non sono indi­pendenti, ma  interdipendenti e inseriti in un contesto.
Resta comunque la considerazione di prima. Non ci sono segnali positi­vi, solo segnali in negativo: c’è il vuoto, c’è il fallimento del model­lo opposto, c’è il malcontento. Non so se basti questo per rigene­rare la politica, ma so che è l’unica cosa di cui disponiamo e su cui lavorare. E dunque ripartiamo da lì. In fondo l’agire politico na­sce proprio per rispondere a quel che manca.



Il Presidente
Gianni Massai

Appunti per la ragionevolezza (questa sconosciuta)

28 settembre 2011


Condivido l'appello dei vescovi alla sobrie­t­à e all'aria pulita. Aggiungo solo tre corol­lari omessi e una riflessione sul futuro.

Uno. Magari il degrado denunciato dai vescovi si po­tesse circoscrivere a una persona, fosse pure il premier, e a una fase, i nostri giorni. Purtroppo il degrado è più radicale, più diffuso, più stagionato.

Due. Ma l'uso pubblico della vita privata, la pubblicazione amplificata di deplorevoli ri­svolti dell'intimità e infine l'incitazione all' odio, non hanno gravi corresponsabilità nel degrado morale e civile del Paese?

Tre. Ma chi dovrebbe "purificare l'aria"? La sinistra di Pena­ti e Vendola? I comitati d'affari che si vedono all'orizzonte? I tifosi di Zapatero, dell'aborto e delle unioni gay?

Senza togliere una virgola alla denuncia, sareb­be stato più onesto e veritiero aggiungere an­che questi tre aspetti.

La riflessione, invece, ci sposta sull'agire po­litico. Con l'estrema unzione dei vescovi, si è completato il pronunciamento dei vecchi "poteri forti" compatti contro il governo Berlusconi. È già accaduto in passato. Ma ha senso spostare la partita politica sul terreno personale, in difesa del privato? E per Berlusconi ha senso giocare la partita soli contro il resto del mondo, non avendo più il vasto consenso popolare e con il fiato di Bossi sul collo?

Molto meglio sarebbe annunciare che a fine legislatura si chiude un ciclo, puntare a concluderlo degnamente per il bene dell'Italia e poi ri­partire dalla politica, cioè da zero.



Il Presidente
Gianni Massai

mercoledì 21 settembre 2011

Il Caos e la stella

Corriere di Siena del 21/09/2011
 (per leggere l'articolo clicca con il tasto sinistro del mouse sull'immagine e selezione "Apri in una nuova scheda").

E' ora arrivato il momento di fare il punto della situazione della Comunità senese.

Tante vittorie, lo straordinario successo elettorale di Enrico Tucci nel Consiglio Comunale di Siena con 429 preferenze (primo fra tutte le opposizioni), la costituzione dell'associazione universitaria UniXTutti e dei circoli di Officine Creative, la riuscita stratosferica dell'evento senese "Talenti on the Road"
il grande lavoro del Circolo Culturale Triskelys e del Clup Popper, la Presidenza Provinciale del Movimento studentesco nazionale di Francesco Aldo e ancora tanti giovani di tutte le età che hanno deciso di avvicinarsi al nostro mondo.

Tutto così in fretta e con tanti progetti ancora da attuare, primo fra tutti la volontà di rendere partecipi e di coinvolgere ogni persona che ha deciso di far parte di questo gruppo. Per questo motivo abbiamo organizzato una due giorni: programmare le attività dei prossimi sei mesi tutti insieme, ma soprattutto conoscerci e fare Comunità.
Lo scopo principale dell’incontro è proprio quello di provare a trasmettere il significato profondo di questa parola che sentite ricorrere così spesso nei nostri discorsi e che per noi rappresenta uno stile di vita.
Non soltanto partito, non soltanto movimento giovanile, universitario e studentesco, ma anche circoli culturali ed associazionismo, in quel mix di politica e società civile che fa la nostra forza e che ci permette di prendere in considerazione le necessità e le proposte di ognuno di noi. Per noi “fare politica” non si limita alla partecipazione a riunioni di partito o all’organizzazione di un evento, ma consiste, prima di tutto, nel dare vita ad un percorso umano dove ognuno di noi dona se stesso sviluppando nuove conoscenze e fortificando il proprio spirito.

Un momento formativo dunque, ma anche un’occasione per stare insieme in un clima di festa. Armati di una chitarra, di un fuoco e di tanto spirito di gruppo, siete invitati a partecipare a questo momento fondativo, per un percorso comune dove, ognuno nel proprio ruolo, è fondamentale per la riuscita della Comunità.

Alloggeremo presso l'agriturismo Villa Poggio al Sodo (http://www.poggioalsodo.it) a Sinalunga, i lavori si apriranno alle ore 9 di sabato 24 settembre e si concluderanno alle 19 della domenica. Sotto troverete il programma dettagliato del Seminario.

Il costo della due giorni, comprensivo di due pranzi, una cena e una colazione, è di soli 15 € a persona. Il resto lo offriamo noi, nel convincimento che il momento fondativo di una Comunità vale bene qualche piccolo sacrificio. Per questo motivo ti chiedo di confermarmi la tua presenza rispondendo a questa mail o telefonicamente al 393-47.43.602. Ti ricordo inoltre che il presente invito vale solamente per te e la tua famiglia a causa dei limitati posti disponibili.

Non mancheranno infine novità su alcuni progetti a cui stiamo già lavorando e che a settembre saranno pronti a partire.

In alto i cuori!


Il Presidente
Gianni Massai


PROGRAMMA

SABATO 24 SETEMBRE 2011:

09.00: Arrivo
09.30: Benedizione di un sacerdote e preghiera
10.00: Presentazione documento “Il Caos e la Stella”
13.00: Pranzo
15.00: Istituzione commissioni:
1) Giovani
2) Giovani di tutte le età
15.20: Inizio lavoro commissioni
17.00: Pausa caffè
18.00: Stesura documento delle commissioni
21.00: Cena organizzata dal Circolo Culturale Triskelys con citazione di proverbi e detti toscani
22:00: Karaoke

DOMENICA 25 SETTEMBRE 2011:

09.00: Colazione
10.00: Lettura "Potere e magia della parola"
13.00: Pranzo
15.00: Passeggiata nel bosco (o proiezione di un film in caso di maltempo)
17.00: Dibattito in plenaria e presentazione del documento prodotto dalle commissioni
19.00: Chiusura lavori e ringraziamenti

giovedì 21 luglio 2011

Sinalunga all'avanguardia negli svuotamenti e pulizie... di negozi e abitazioni private (ovvero l'isola felice che non c'è)

Il Cittadino Online 10/07/2010
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Decisamente ciò che è accaduto in questi ultimi mesi a Sinalunga lascia a bocca aperta: rapinati nell’ordine una tabaccheria, un negozio di alimentari, una gioielleria (per ben due volte), un negozio di biciclette. E prima ancora, in ordine inverso, un furgone portavalori, una ferramenta e una serie di appartamenti. Non è finita qui : arrestata anche una persona che coltivava marijuana lungo il torrente Foenna. Insomma ce n’è veramente per tutti i gusti. E anche se, fortunatamente, non tutti questi furti hanno avuto successo, rimane lo stesso il sapore di una insicurezza diffusa in questa estate ricca di problemi nazionali di vario genere. Verrebbe proprio da pensare che, se in altre zone d’Italia ripulire il territorio è un problema, qui noi siamo veramente all’avanguardia in questo campo: abbiamo una squadra attrezzata che ripulisce sistematicamente pubblici esercizi e abitazioni private. Purtroppo però non stiamo parlando di spazzatura e quindi, al di là delle facili ironie, il problema è molto serio. E’ necessario che in chi delinque cessi di esistere la certezza di non essere scoperto e di potersi godere il maltolto. 
Il presente articolo pubblicato
sul Corriere di Siena il 25/07/2011
 (per ingrandire clicca sull'immagine)
E’ comunque del tutto evidente il fatto che che a Sinalunga esista una situazione difficile e complessa legata alla legalità e che i nostri amministratori non vadano mai oltre le chiacchere. I cittadini aspettano risposte serie e si chiedono ad esempio quando spunteranno le “23 videocamere posizionate nei maggiori centri abitati del Comune dei principali centri urbani, collegate direttamente alle centrali operative delle Forze dell’ordine” con cui “innalzare ancora di più il senso di sicurezza dei cittadini”, per dirla con le parole di chi dovrebbe gestire il territorio. Qualcuno il 10 luglio di un anno fa affermava anche che di fronte a questo progetto, rivelatosi fantasma, “spiace che qualcuno sfrutti a proprio favore episodi spiacevoli per diffondere un senso di insicurezza non motivato. C’è chi risponde alle questioni con fatti concreti, come il Comune di Sinalunga e la Regione Toscana”. Ora alla stessa persona, ma anche a tutta l’amministrazione comunale, chiediamo: ma davvero i nostri timori erano immotivati? 
Rassegnamoci perché le considerazioni più recenti sullo stato di sicurezza di Sinalunga la dipingono come un'isola felice. Che però non c'è. Per maggiori spiegazioni chiedere a Peter Pan.



Il Presidente
Gianni Massai

lunedì 13 giugno 2011

Ora basta parole, avanti con i fatti

Gli italiani chiedono fatti. E con i fatti dobbiamo rispondere, recuperando una capacità comunicativa che oggi appare compromessa ed elaborando un progetto ambizioso, identitario  imperniato su poche, nette, condivisibili riforme, basate su un'analisi concreta e non retorica dei problemi dell'Italia di oggi.

sabato 4 giugno 2011

Addio Paolo


Oggi purtroppo è un giorno triste, un giorno nel quale il nostro amico Paolo Bacconi alle 14,30 ci ha lasciati.

Come la retorica di queste tristi occasioni suggerisce dovrei scrivere “Ciao Paolo”. I necrologi e i discorsi commemorativi sono infatti pieni di ciao, ma io preferisco addio, perché è un saluto che si fa agli amici veri, a quelli che ti stanno a cuore.

Grazie a lui, alla sua tenacia e alla sua voglia di fare per tutta la comunità, si era reso possibile il primo evento di Triskelys "L'Uomo al Centro" e già avevamo parlato di come far proseguire nel futuro il comune sentire, nostro e condiviso da tutti gli aderenti al Circolo, a proposito dell'assisenza verso le persone bisognose.

Rimane ora un profondo senso di turbamento e di sconcerto nel vedere come un uomo ancora troppo giovane e ancora pieno di idee e di progetti da realizzare possa così tragicamente interrompere il proprio cammino in questa vita.

Esprimo a titolo personale e per conto di tutto il Circolo Culturale Triskelys le più sentite condoglianze alla famiglia e voglio far loro sapere che possono contare su noi tutti nel modo in cui riterranno più opportuno.
Siamo una Comunità e la nostra unione è ancora più forte nelle situazioni di difficoltà.

Concludo con una frase che in questo momento mi sento di citare:
Addio o tempestoso, irrefrenabile!
Conservo fedele la tua immagine di cavaliere
ed a lungo sul pendio disboscato
osservo il luogo, completamente vuoto,
su cui un tempo si muoveva la tua corona.
(Herman Hesse)



Il Presidente
Gianni Massai

mercoledì 1 giugno 2011

Ci siamo. Questo è il momento di far sentire alta e chiara la nostra voce, la voce di tutti i cittadini.
Apriamo le ali e rendiamo il nostro viaggio un capolavoro: il futuro è nostro.

http://triskelys.blogspot.com

mercoledì 25 maggio 2011

Ma alla salute dei cittadini chi ci pensa?

L'amministrazione comunale propaganda in questi giorni la prossima realizzazione di una "riqualificazione del campo da tennis situato presso il parco del Cassero, vicino allo sferisterio comunale, che al momento non è più fruibile in quanto non rispetta le attuali norme sulla sicurezza”. 

Il Cittadino Online 25/05/2011
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La Nazione Siena 27/05/2011
 (per leggere l'articolo clicca sull'immagine)

Credo che la valorizzazione del nostro territorio dovrebbe piuttosto essere fatta di progetti e programmi, costruita sulla base di una politica per lo sviluppo e per il benessere, mentre al contrario, in mancanza di questi requisiti, lo scenario che ci troviamo di fronte si avvicina più ad un mercato delle pulci che ad un tentativo di soddisfare le esigenze dei cittadini.
Nell'ultimo anno abbiamo assistito infatti a qualcosa che poco o nulla c'entra con il concetto di benessere. Un esempio pratico è il piano fallito (almeno per ora) della centrale a biomasse. Il progetto era previsto si localizzasse in via delle Persie, vicino al centro abitato, ad un multisala e ad un parco cittadino, approfittando per giunta della calura estiva per cercare di far passare il progetto senza informare preventivamente i cittadini. Poi è stato il turno della discarica delle Macchiaie: chiusa, ma lasciata a se stessa senza la necessaria copertura con materiale inerte per impedire eventuali sversamenti dei liquami fin dentro alle falde acquifere. Poi ancora il tentativo di installazione di ripetitori telefonici a Bettolle, con conseguente aumento dell'elettrosmog. Evitato anche questo al momento, dopo la sollevazione dei cittadini di Bettolle che ci ha visti al loro fianco sia come Circolo Culturale Triskelys (http://triskelys.blogspot.com/) che come partito di opposizione.
Ora invece siamo arrivati al turno dell'abbattimento di alberi secolari, produttori di ossigeno in una zona dove passano molte macchine, per far posto ad un nuovo campo di tennis e calcetto.
Come si capisce facilmente sono tutte azioni che come ricaduta hanno un aumento dell'inquinamento a ogni livello e allora alcune domande mi rimangono senza risposta.
Con quale obiettivo questo Comune si muove? In quale direzione vuole andare? Cosa c'è dietro a questo fervore di azioni che alla fine provocano solo danno alla salute dei cittadini?
Sono convinto che le preoccupazioni di chi vive nel territorio dovrebbero essere valutate, ascoltate e risolte, perché il dubbio crea paura, l'arroganza provoca rabbia e per questa via, di conseguenza, è difficile ogni tipo di sviluppo.



Il Presidente
Gianni Massai