28 settembre 2011
Condivido l'appello dei vescovi alla sobrietà e all'aria pulita. Aggiungo solo tre corollari omessi e una riflessione sul futuro.
Uno. Magari il degrado denunciato dai vescovi si potesse circoscrivere a una persona, fosse pure il premier, e a una fase, i nostri giorni. Purtroppo il degrado è più radicale, più diffuso, più stagionato.
Due. Ma l'uso pubblico della vita privata, la pubblicazione amplificata di deplorevoli risvolti dell'intimità e infine l'incitazione all' odio, non hanno gravi corresponsabilità nel degrado morale e civile del Paese?
Tre. Ma chi dovrebbe "purificare l'aria"? La sinistra di Penati e Vendola? I comitati d'affari che si vedono all'orizzonte? I tifosi di Zapatero, dell'aborto e delle unioni gay?
Senza togliere una virgola alla denuncia, sarebbe stato più onesto e veritiero aggiungere anche questi tre aspetti.
La riflessione, invece, ci sposta sull'agire politico. Con l'estrema unzione dei vescovi, si è completato il pronunciamento dei vecchi "poteri forti" compatti contro il governo Berlusconi. È già accaduto in passato. Ma ha senso spostare la partita politica sul terreno personale, in difesa del privato? E per Berlusconi ha senso giocare la partita soli contro il resto del mondo, non avendo più il vasto consenso popolare e con il fiato di Bossi sul collo?
Molto meglio sarebbe annunciare che a fine legislatura si chiude un ciclo, puntare a concluderlo degnamente per il bene dell'Italia e poi ripartire dalla politica, cioè da zero.
Il Presidente
Gianni Massai
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