lunedì 31 dicembre 2012

Buon 2013. Sfida il futuro!

E’ come nelle grandi storie. Quelle che contano davvero. Erano piene di oscurità e pericoli, e a volte non volevi sapere il finale. Perché come poteva esserci un finale allegro? Come poteva il mondo tornare com'era dopo che erano successe tante cose brutte? Ma alla fine è solo una cosa passeggera, quest'ombra. Anche l'oscurità deve passare. Arriverà un nuovo giorno. E quando il sole splenderà, sarà ancora più luminoso. Quelle erano le storie che ti restavano dentro, che significavano qualcosa, anche se eri troppo piccolo per capire il perché. Ma credo di capire, ora. Adesso so. Le persone di quelle storie avevano molte occasioni di tornare indietro e non l'hanno fatto. Andavano avanti, perché loro erano aggrappate a qualcosa. C'è del buono in questo mondo. È giusto combattere per questo!

Buon anno a tutti quanti. Che il 2013 realizzi tutti i vostri sogni, i vostri desideri e le vostre speranze, mantenga le vostre promesse, vi conceda serenità. E quando sul finire lo guarderete, vi auguro di sentirvi soddisfatti e pieni di vita.





Il Presidente

Gianni Massai


lunedì 24 dicembre 2012

Natale, per una rinascita interiore

Un evento che non appartiene solo ai Cristiani, agli occidentali o ai bianchi. La celebrazione del Natale rappresenta un evento spirituale di portata universale che riguarda ogni singolo individuo sulla Terra.

La celebrata nascita del bimbo, del figlio di Dio - presente in miti e riti di tutti i tempi e le tradizioni - può essere letta simbolicamente come la venuta alla luce della scintilla divina che è in ognuno di noi. Silesius, poeta tedesco del 1600, scriveva: 

"Anche se il Cristo si incarna mille volte a Betlemme, ma non in te, la tua anima sarà persa"

La parola inglese Christmas vuol dire letteralmente "formare o far nascere il Cristo", ma vuol dire farlo nascere in sé, aprirsi alla scintilla divina che anima ogni essere umano e farla discendere e incarnare nella personalità.

La nascita di Gesù Cristo a Betlemme duemila anni fa - scrive il sociologo e antropologo Peter Roche De Coppens - rappresenta l'immagine, il simbolo, l'archetipo della nascita della coscienza spirituale nella nostra anima, nella nostra coscienza umana.

De Coppens, membro dell'Accademia delle Scienze di New York e consulente spirituale alle Nazioni Unite, ha conosciuto personalmente Roberto Assagioli e la sua visione del Natale riprende la visione dell'uomo cittadino di due mondi, quello materiale e quello spirituale, del fondatore della Psicosintesi. Solo quando ci "risvegliamo" alla nostra completa natura cominciamo ad apprezzare davvero tutto quanto la vita offe: il miracolo della vita quotidiana, il valore degli affetti e delle relazioni di qualità, le innumerevoli meraviglie a cui il fatto stesso di essere vivi ci permette di compartecipare, la profonda soddisfazione interiore di realizzare i propri talenti e trasformarli in attività e opere utili, anche ad altri; questo è quanto la vita offre, più che la vanagloria di cariche onorifiche, oggetti in quantità o conti in banca ben pasciuti. Questo risulta evidente agli occhi di chi rinasce, di chi lascia uno spazio, nella propria interiorità, disponibile alla nascita del bambino di luce.

Questo evento diventa così - sempre citando Coppens - uno dei più grandi momenti non solo di questa vita, ma di tutta la nostra evoluzione. E' l'incrocio, è il punto culminante di una lunga preparazione, inconscia e conscia, per giungere ed entrare in un livello di coscienza e di essere qualitativamente differente. E' una mutazione evolutiva che è tanto grande, se non ancora più grande, del passaggio dal regno animale al regno umano, dalla natura alla società, e che richiede un lungo periodo di incubazione e di preparazione.

La storia della nascita di Gesù, con le sue immagini, i suoi simboli e i suoi eventi, diventa così il glifo, il prototipo universale, di ciò che, al momento giusto, deve succedere a ciascuno di noi: la nascita della luce nella nostra personalità.

Questo Natale lo dedico a chi sa combattere per un ideale. A chi sa vivere con impegno e sa anche morire con il sorriso. A  coloro che cadono, ma che riescono a rialzarsi. A chi sa risorgere sempre dalle proprie ceneri. A coloro che sono sempre messi alla prova dalla Vita. A coloro che non si piegano e non si spezzano, e soprattutto a coloro che riacquistano sempre il sorriso per vivere.



Buon Natale, a tutti!



Il Presidente
Gianni Massai

venerdì 21 dicembre 2012

Fratelli d'Italia, figli d'Europa

Non noi, ma loro, sono condannati a restare esclusi dalla vera vita del popolo italiano. Questo non è il tempo di ritorni all'indietro, chi crede nei valori per i quali ha combattuto da sempre trasforma ora la propia fede in azione, in capacità di azione verso l'avvenire. La nostra bandiera sarà alta sulle speranze dei giovani, sulla volontà dei giovani di tutte le età, ma soprattuttosul dolore e sulla sofferenza di tutti i cittadini e renderà la nostra vita illuminata d'amore e accesa di speranza verso l'avvenire. 
Benvenuti Fratelli d'Italia, figli d'Europa.




Il Presidente
Gianni Massai

lunedì 26 novembre 2012

Osservazioni sulle primarie di centro-sinistra

Il punto più interessante, a mio avviso, e che invece sembra passato sottotraccia, è che questa mattina dal comitato direttivo Primarie per l'Italia bene comune le stime dei votanti sono scese da oltre 4 milioni, dato francamente troppo falso per poter passare, a 3,1 milioni di elettori.

Qualcuno di voi ricorda quanti sono stati nel 2009 gli elettori per la segreteria del solo PD e non di tutta la coalizione? Proprio 3,1 milioni. I risultati nel dettaglio furono:
  •  Pierluigi Bersani 1.623.239 voti
  •  Dario Franceschini 1.045.123 voti
  •  Ignazio Marino 380.904 voti
  •  Schede bianche o nulle 53.443  
  •  Totale 3.102.709 elettori (di cui 750.000 extracomunitari)

Ferma restando la bontà delle primarie come strumento di democrazia partecipativa, vorrei che qualcuno mi spiegasse dove sta il successo tanto decantato dall'accattivante prosa vendoliana, da quella bersaniana sicuramente più ruspante e da quella renziana declinata nella favella stilnoviana. Ieri fra i votanti c'erano infatti i sellati di Vendola, i socialisti, i radicali, addirittura alcuni berlusconiani, altre persone che alle ultime consultazioni hanno votato centrodestra e che nelle loro idee niente hanno a che fare con il mondo della sinistra.

Quale allora la verità? I vecchi apparati burocratici dei partiti hanno subito l'ennesima sconfitta, c'è voglia di cambiamento e l'unica vittoria da registrare è casomai quella tutta personale di Renzi, che però niente c'entra con quella sinistra che vorrebbe rappresentare
.



Il Presidente
Gianni Massai

martedì 16 ottobre 2012

Equitalia: fuori da Sinalunga!

Domenica 14 ottobre in occasione della giornata di conclusione della Fiera alla Pieve il Circolo Culturale Triskelys ha presentato con un gazebo una nuova battaglia in favore dei cittadini: cacciare Equitalia da Sinalunga.

Il governo del banchiere Monti ha di fatto superato la norma che obbligava i comuni italiani ad interrompere il rapporto con Equitalia per quanto concerne la riscossione coattiva dei tributi, costringendo le amministrazioni locali a restarne vincolate e ad ingrassare così le casse dello Stato. La casta non vuole rinunciare ai soldi delle amministrazioni locali ed il suo estremo difensore Monti cancella la libertà di scegliere dei comuni che, dopo l'esempio di Calalzo di Cadore (BL), avevano licenziato Equitalia risparmiando soldi e rasserenando i propri cittadini. Vogliamo quindi impegnare il nostro Comune a predisporre gli strumenti necessari a svolgere il servizio di riscossione coattiva utilizzando le risorse tecniche, strumentali, infrastrutturali ed umane interne al Comune, senza più ricorrere ad Equitalia, valutando le situazioni dei singoli contribuenti e anteponendo una logica di carattere solidale e sociale alla logica economica finalizzata al profitto utilizzata fino ad oggi da Equitalia. Se è giusto, come è giusto, che tutti paghino le tasse ed i tributi dovuti, non possiamo tollerare che siano trattati alla stessa maniera la grande azienda che ha evaso centinaia di migliaia di euro e la piccola famiglia che magari si è vista impossibilitata a pagare una multa perché in oggettiva difficoltà economica. Equitalia fino ad oggi ha messo in ginocchio decine e centinaia di famiglie, di giovani coppie, di anziani e di persone sole, addirittura ipotecando e acquisendo immobili comprati con il sudore di una vita, con il risultato di spingere i malcapitati al suicidio, come ricordano purtroppo molti articoli di giornale.
Desidero ricordare che a Sinalunga lo sportello di Equitalia ha chiuso solo in virtù di una riorganizzazione territoriale e che di conseguenza questo non fa del nostro Comune un luogo de-equitalizzato. Equitalia rimane a tutt’oggi la concessionaria per la riscossione coattiva dei tributi ed al danno anzi si aggiunge la beffa, perché i cittadini, allo stato attuale, devono recarsi a Chiusi o a Siena, perdendo tempo e soldi in spostamenti.

E’ mio desiderio quindi ringraziare le oltre 200 persone che si sono fermate e hanno lasciato la propria firma per aderire a questa iniziativa che va al di là dei soliti slogan a cui la politica ci ha abituato negli ultimi tempi, con la promessa che ovviamente non ci fermeremo qui.




Il Presidente
Gianni Massai

mercoledì 30 maggio 2012

Zero! Rifondiamo l'Italia

RIFIUTI ZERO.
www.ripartiredazero.it
Niente discariche né inceneritori. Il futuro (e il presente…) nel ciclo dei rifiuti è riutilizzare gli scarti come materia prima seconda. Produrre meno rifiuti e imballaggi inutili e costosi, reintrodurre il vuoto a rendere, fare la raccolta differenziata porta a porta, sviluppare la filiera industriale dei materiali riciclati. Nel mondo avanzato funziona così, può succedere anche da noi.

IMPATTO ZERO.
Puntare sulle energie sostenibili e alternative. Fotovoltaico, solare, eolico, ove possibile e laddove non crei danni ai cittadini e ai territori geotermico e biomasse. E nucleare da fusione: una fonte potenzialmente inesauribile, non radioattiva, che non produce pericolose scorie millenarie. L’assenza dell’Italia dal nucleare pericoloso da fissione può costituire un vantaggio per investire nella ricerca e mettersi all’avanguardia nel nucleare pulito. 

BARRIERE ZERO.
Garantire piena cittadinanza alle persone disabili. Abbattere tutte le barriere, fisiche, psicologiche, economiche, che rendono difficile l’esercizio effettivo dei diritti di chi è affetto da disabilità. 

KM ZERO.
Privilegiare il consumo di prodotti locali, a partire dall’agricoltura, riduce i costi e l’inquinamento provocato dai trasporti, sostiene l’economia locale, rispetta le vocazioni e le tradizioni dei luoghi. 

EMISSIONI ZERO.
Sviluppare e potenziare il trasporto pubblico, la mobilità sostenibile, le piste ciclabili e i percorsi pedonali protetti nelle aree urbane. Per città a misura d’uomo, non delle macchine. 

BUROCRAZIA ZERO.
Liberare la società dall’opprimente peso della burocrazia. Timbri, permessi, nulla osta, autorizzazioni, visti, certificati: una giungla da sfoltire e ricondurre a funzionalità ed efficienza. Per una Pubblica Amministrazione amica dei cittadini. 

PRIVILEGI ZERO.
Merito ed equità viaggiano di pari passo. Per decenni il ‘merito’ è stato sacrificato sull’altare di una malintesa ‘eguaglianza’, lasciando campo libero a nepotismo, baronato e privilegi di casta. Garantire in ogni settore la libertà di accesso con selezioni basate solo sul merito. 

CORRUZIONE ZERO.
Approvare subito la legge anticorruzione, rivendicando la sua nascita per iniziativa del PdL. Ripristinare l’etica e la moralità come presupposto fondamentale per il governo della cosa pubblica. 

DEBITO ZERO.
Abbattere il debito pubblico per pagare meno interessi e liberare l’economia dal fardello che ne blocca la crescita: dismettere le partecipazioni non strategiche e il patrimonio non strumentale, imporre il prestito forzoso alle grandi ricchezze. Saldare i debiti della Pubblica Amministrazione verso le imprese: non c’è niente di peggio di uno Stato che fa fallire i suoi fornitori. 

EVASIONE ZERO.
Pagare meno, pagare tutti. Lotta senza quartiere all’evasione fiscale: chi evade costringe gli altri a pagare di più e provoca il conflitto sociale. 

IMPUNITA’ ZERO.
Certezza della pena per chi è condannato. Processo equo e in tempi ragionevoli per chi è indagato. Responsabilità civile per il magistrato che sbaglia per dolo o colpa grave. 

DENATALITA’ ZERO.
Quoziente famigliare per fisco e servizi pubblici. Asili nido e servizi per i minori, Iva al 4% per i prodotti per l’infanzia. Piena applicazione della legge 194 sull’aborto, finora dimenticata e inapplicata nella parte che prevede di rimuovere le cause economiche e sociali che portano una donna a rinunciare alla maternità. Contrastare l’invecchiamento della popolazione è l’unica ricetta per dare un futuro all’Italia e riequilibrare il sistema pensionistico. 

IGNORANZA ZERO.
Ricerca scientifica e innovazione tecnologica strumenti per la competitività. Favorire gli investimenti privati con agevolazioni mirate, aprire scuola e Università al mondo del lavoro senza mettere in discussione l’autonomia della cultura. 

DEGRADO ZERO.
Fare una vera e propria campagna per la ‘bellezza’, contro il degrado dei quartieri, per il recupero delle periferie, la tutela dei beni storici, architettonici e paesaggistici. Basta con i venditori ambulanti abusivi, cartellone selvaggio, vietare la prostituzione in strada.

TOLLERANZA ZERO.
La ricetta che ha salvato New York dalla morsa della criminalità è ancora oggi l’unica che funziona: non dare tregua a delinquenti e criminali, tutelare la sicurezza dei cittadini, a cominciare dai più deboli. Lotta a tutte le mafie senza quartiere. 

SUDDITANZA ZERO.
A testa alta in Europa e nel mondo. Politica estera senza soggezione per affermare il ruolo e gli interessi italiani nel mondo. Accettare di cedere quote di sovranità in favore di un’Europa politica, potenza continentale, e non di un’Europa ridotta ad astratto ‘mercato’ senz’anima. 

LOBBY ZERO.
Una politica sempre dalla parte dei cittadini, degli interessi deboli e diffusi. Fuori dalla porta poteri forti, lobby e potentati. 

DROGA ZERO.
Combattere tutte le dipendenze, rafforzare e integrare le politiche proibizionistiche con la prevenzione, contrastare la cultura dello sballo. Dimostrare ai giovani che ci si può divertire, ballare, cantare senza bisogno di usare ‘sostanze’. 

USURA ZERO.
Sbloccare l’accesso al credito, riportare il sistema bancario al servizio del territorio. Incentivare il sostegno alle famiglie e alle imprese, agli investimenti produttivi, e penalizzare le attività speculative e puramente finanziarie che sottraggono risorse all’economia reale. Ridurre i costi di gestione dei conti correnti, delle carte di credito e di debito, degli strumenti finanziari che i cittadini sono costretti a utilizzare per le esigenze quotidiane. 

VIOLENZA ZERO.
Riaffermare con intransigenza il fermo rifiuto della violenza come strumento di lotta politica. Contrastare la violenza in ogni forma e in ogni luogo: violenza sessuale, discriminazioni etniche, fanatismo religioso, sopraffazione degli indifesi ci troveranno sempre in prima fila a fermarne il cammino. 

MASCHILISMO ZERO.
Perseguire l’effettiva parità tra uomo e donna. L’Italia è tra le ultime nazioni nel mondo sviluppato in questo campo. L’assenza delle donne nei luoghi che contano impoverisce il dibattito e fa venire meno un contributo visuale determinante. Favorire la crescita delle donne significa ripensare i tempi e i modi in cui è organizzata la società, il lavoro, la politica. 

NOMINATI ZERO.
Basta con il parlamento dei nominati. Serve una nuova legge elettorale che reintroduca le preferenze o le primarie per dare ai cittadini il diritto di scegliere. La partecipazione è il fondamento della democrazia. 

PARTITOCRAZIA ZERO.
Niente passi indietro sul bipolarismo. Al contrario, la riforma istituzionale deve segnare un avanzamento: elezione diretta del capo dell’esecutivo, fine del bicameralismo perfetto e del potere di veto dei partiti, maggioranze stabili. Partiti trasparenti, con statuti democratici e rispettati. 

SECESSIONE ZERO.
La riforma approvata dal governo Berlusconi disegna un federalismo solidale e rispettoso dell’identità nazionale. Attribuisce le risorse agli enti territoriali responsabilizzandoli nella spesa, sostiene le aree depresse con il fondo perequativo, introduce il meccanismo dei costi standard al posto della spesa storica che ha finora premiato chi spreca, riconosce a Roma la specificità di Capitale. Il PDL deve rivendicare questa interpretazione del federalismo, sottraendolo a una Lega sempre più in crisi di ruolo e di nuovo tentata dalla deriva secessionista. 

DIGITAL DIVIDE ZERO.
L’accesso a internet e ai relativi servizi informatici nella società moderna è un diritto universale, differenze così marcate di trattamento tra cittadini dello stesso paese sono inaccettabili. Il ritardo accumulato dall’Italia è spaventoso e riduce la competitività delle imprese. Investire sulla banda larga è una delle risposte necessarie per uscire dalla crisi e rilanciare l’economia.

venerdì 25 maggio 2012

www.ripartiredazero.it

DOMANI A FIRENZE "RIPARTIAMO DA ZERO", L'INIZIATIVA PROMOSSA IN TUTTA ITALIA DA GIORGIA MELONI PER UN CONFRONTO TRA IL PDL ED I SUOI ELETTORI

MASSAI: "QUALUNQUE COSA DECIDA DI FARE IL PDL, PRIMA DEVE CONFRONTARSI CON GLI ELETTORI. VOGLIAMO UN PROFONDO RINNOVAMENTO A TUTTI I LIVELLI"

Domani, sabato 26 maggio, dalle ore 9.00 alle ore 13.00 il PDL sarà in Via delle Pelliccerie, di fronte alle poste centrali, per un'analisi degli ultimi risultati elettorali e per ascoltare le proposte per il futuro che arrivano direttamente dagli elettori. L'iniziativa rientra nel programma di "RIPARTIAMO DA ZERO" una serie di eventi organizzati dall'ex-Ministro Giorgia Meloni nelle piazze delle principali città italiane. All'iniziativa hanno aderito decine di eletti e dirigenti provenienti da tutte e 10 le province toscane.

"Se la gente ha deciso di non andare a votare o di non votare PDL, evidentemente abbiamo commesso degli errori e non possiamo far finta di niente trincerandosi nel silenzio o nei soliti comunicati stampa scritti in politichese. Se vogliamo tornare ad avere la fiducia della gente occorre avere il coraggio di fare due cose: confrontarci con loro, ascoltando i loro malumori e prendendo atto di aver disatteso le loro aspettative e promuovere un profondo rinnovamento a tutti i livelli". Questo quanto dichiarato da Gianni Massai, dirigente provinciale e fra i promotore dell'iniziativa toscana.

"Dobbiamo tornare padroni delle nostre storiche battaglie, senza che siano altri a portarle avanti. - prosegue Massai - Sto parlando della lotta alla corruzione, alla burocrazia, alle speculazioni, alla denatalità, alla mafia. Dobbiamo essere noi, i primi, a parlare di lotta ai privilegi, all'evasione, alla politica dei nominati che ha allontanato la gente dalla politica, disgustandola. Vogliamo affermare una volta per tutte, e non solo con delle belle frasi scritte all'interno dei programmi elettorali, il principio della meritocrazia, chiedendo ancora una volta, che i nostri candidati vengano scelti dagli elettori, attraverso lo strumento delle primarie o delle preferenze. Questi sono temi storici della nostra area politica e non possiamo più lasciarli ad altri perché impegnati a parlarci addosso ed a seguire logiche che interessano solo i burocrati di partito".

Le 'Assemblee Popolari' che abbiamo deciso di organizzare in tutta Italia - conclude Massai - servono per portare la nostra faccia tra la gente, pronti anche a subire le loro critiche e le loro accuse, ma con la volontà di intercettare i loro malumori ed i loro problemi reali che sono ben lontani da quelle alchimie di palazzo delle quali negli ultimi tempi si è occupata la politica, tanto di destra quanto di sinistra".

Alle 12.30 si svolgerà inoltre presso il gazebo di Via delle Pelliccerie una conferenza stampa nella quale sarà presentato un documento redatto in diretta, in base agli interventi della gente che vorrà dare il proprio contributo. Documento che sarà votato ed approvato da tutti gli elettori del PDL presenti al momento della presentazione.

mercoledì 9 maggio 2012

Sistema Siena game over. Lo certifica la Guardia di Finanza

La notizia del giorno è rappresentata sicuramente dalla visita della Guardia di Finanza nella sede del Monte dei Paschi di stamattina. Questo il comunicato stampa diffuso dalla Procura senese: “La Procura della Repubblica di Siena ha disposto una serie di perquisizioni presso le sedi legali della BANCA MONTE DEI PASCHI DI SIENA, della FONDAZIONE MONTE PASCHI SIENA, del comune e della Provincia, di numerose istituzioni finanziarie italiane ed estere con sede sul territorio nazionale, nonché di abitazioni private, in ordine ad una serie di condotte poste in essere a partire dal 2007, in occasione dell’acquisizione di Banca ANTONVENETA dagli spagnoli del BANCO SANTANDER, protrattesi sino al 2012. Le attività odierne sono condotte dal Nucleo Speciale di Polizia Valutaria della Guardia di Finanza di Roma coadiuvato dal Comando Provinciale di Siena. Le ipotesi investigative riguardano i reati di manipolazione del mercato ed ostacolo alle funzioni delle Autorità di Vigilanza in relazione alle operazioni finanziarie di reperimento delle risorse necessarie alla acquisizione di Banca Antonveneta ed ai finanziamenti in essere a favore della Fondazione Monte dei Paschi”.
Dobbiamo necessariamente dirci che Siena nell’ultimo periodo è sempre stata in primo piano a mostrare una immagine di sè troppo spesso non proprio lusinghiera, fatta di intrallazzi, accordi sottobanco, gestione della cosa pubblica con modalità privatistiche, conti che non tornavano, "magna magna" generale e via di questo passo. Insomma un coacervo di biechi interessi, di comportamenti sprezzanti del rispetto della persona, della società, della democrazia e del bene comune. Un luogo in cui l’interesse personale, per quanto misero, piccolo, meschino, viene messo sempre prima di tutto.
Dopo l’episodio di stamattina, che certifica questo insieme di comportamenti, è assolutamente necessario che i senesi "licenzino" i fautori, i protagonisti ed i difensori della "Cupola senese", conosciuta come Sistema Siena. Ora basta mettere sempre davanti i gloriosi secoli di storia passata, che appunto ormai è passata, basta parlare di destino avverso e beffardo: la realtà che ci troviamo di fronte è l'incapacità individuale di questi nostri amministratori, sorretta e celata sotto nomine di partito in una logica di funzionalità rivolta solo al mantenimento dello status quo e che sono servite fino ad ora, più o meno velatamente,  al finanziamento dello stesso partito di maggioranza e di tutti quelli che si accomodavano sotto il suo accogliente ombrello.
Ora i soldi sono finiti e con essi anche la possibilità di tenere tutti contenti sotto l'ala poco protettiva, ma pur sempre sfamante, della "casta". I soldi che non verranno dalla Fondazione mancheranno alla città, ai Comuni della Provincia, compreso il nostro, all'ospedale e all'università ed i posti di lavoro che si perdono porteranno le relative famiglie a rasentare presto la soglia della povertà.
Se non fosse una situazione davvero tragica ci si potrebbe scherzare sopra. Il sedicente maestro venerabile della Massoneria, il banchiere dell'Opus Dei, il centrosinistra dalla politica all'esoterismo: tanto materiale per Ron Howard, già regista del film "Codice da Vinci". Ma questo non è un romanzo, è la realtà con la quale ci dobbiamo confrontare: possiamo decidere, ancora una volta, se stare dalla parte del bene o da quella del male. La parte del vincitore, invece, non è contemplata, anche perché non è così scontata.



Il Presidente
Gianni Massai

martedì 1 maggio 2012

Buon primo Maggio

E’ sempre più difficile augurare buon primo Maggio, festa dei lavoratori, in una Nazione che ha un tasso di disoccupazione dell’8,9%, con un giovane su tre senza lavoro e livelli retributivi che dal 2005 ad oggi sono aumentati del 3,3% contro il +29,4% della Spagna, del +22% del Portogallo, Paesi non certo in condizioni floride. Non dimentico nemmeno il dramma dei morti sul posto di lavoro, per cui l’Italia è sotto processo davanti all’Unione Europea.
Ci sono poi i pensionati: su 16,7 milioni di pensionati, il 14,4% riceve meno di 500 euro mensili, il 31% tra 500 e 1.000 euro e il 23,5% tra 1.000 e 1.500 euro.
Ma pensiamo che anche in un momento come questo sia doveroso augurare a tutte e tutti un buon primo Maggio, come messaggio di solidarietà e impegno al fianco di quanti lottano per avere un posto di lavoro e quanti si battono per difenderlo, per costruire un’Italia diversa, una Valdichiana diversa da quella in cui ci troviamo.
L'augurio nostro e di tutto il Circolo Culturale Triskelys è quindi di un buon primo Maggio di festa e meritato riposo a cui segua, domani, un vero impegno per migliorare questo nostro territorio,
liberandolo da chi lo ha, fino ad ora, così maldestramente amministrato.



Il Presidente
Gianni Massai


 Gabriella Vannucci                            Luciano Piochi                         Giacomo Ianniciello                     

giovedì 26 aprile 2012

25 Aprile e 2 Giugno: libertà di fare i conti con il passato in maniera serena

“E ora tocca a voi battervi gioventù del mondo, siate intrasigenti sul dovere di amare, ridete di coloro che vi parleranno di prudenza di convenienza, che vi consiglieranno di mantenere il giusto equilibrio. La più grande disgrazia che vi possa capitare è di non essere utili a nessuno, e che la vostra  vita non serva a nulla”.
(Raul Follerau)

Nel nostro paese, abbiamo avuto una terribile e dolorosa guerra civile (tra fascisti e antifascisti) che è finita, simbolicamente, con la Liberazione del 25 Aprile e la proclamazione della Repubblica del 2 Giugno. Una parte degli italiani rimase fedele al regime, ingloriosamente crollato tra le bombe che distruggevano le nostre città, un’altra parte (per la verità molto esigua) imbracciò i fucili e raggiunse la Resistenza sulle montagne, un’"ampia zona grigia", per usare l’espressione di Renzo De Felice, rimase, scettica e tremebonda, a guardare alla finestra, aspettando la fine della tempesta. Al ritorno del sereno, i cittadini si ritrovarono in uno Stato non più monopolizzato da un solo partito, ma preso in ostaggio da chi si autolegittimava in virtù della Repubblica, della democrazia, dell’antifascismo. Valori che per essere fatti propri della maggioranza degli italiani dovevano anche trovare un riscontro convincente nella quotidianità, in Istituzioni che non discriminassero più nessun settore della popolazione in base alle convinzioni politiche, alle militanze sindacali, alle credenze religiose, ai ruoli sociali, ma facessero sentire a tutti le “benedizioni della libertà”. Per varie ragioni, che sarebbe troppo complesso illustrare in poco spazio, fiducia e affetto per il nuovo ordine politico “resistenziale” non ci sono mai stati, o ci sono stati solo in parte e in certi rari momenti storici. Non tutti gli italiani dicevano “meglio Mussolini colla Petacci, che la Repubblica con ‘sti pagliacci”, ma il 25 Aprile o il 2 Giugno lasciavano freddi i cuori e addirittura chi votava per i partiti antifascisti era spesso infastidito da retoriche repubblicane e da demonizzazioni del passato regime che non corrispondevano al suo vissuto reale.
Non è nostro intento quello di lasciarci andare a vuoti pneumatici di nostalgismo. Noi crediamo doveroso interpretare questa data come un momento di riflessione che non si limiti soltanto ad una pomposa pratica di rievocazione istituzionale. Vogliamo andare ad analizzare e a storicizzare tutti quei tragici avvenimenti che, anche e soprattutto a guerra finita, hanno insanguinato il nostro paese e che per decenni sono stati taciuti. Solo di recente, non senza comportare scomuniche per quei pochi storici che hanno avuto il coraggio di riconoscerli, questi avvenimenti si sono fatti spazio nella memoria condivisa del nostro popolo. Un esempio tangibile è rappresentato dal massacro delle foibe ad opera del compagno Tito, ricordato appena sabato scorso dall’inaugurazione di una piazza a Sinalunga dedicata proprio ai “Martiri delle Foibe”. Italiani uccisi per la sola colpa di essere italiani, in un drammatica sequenza di avvenimenti a cui non vogliamo più assistere.
Oggi la festa della Liberazione serve per ricordare il valore della libertà e che essa non è un valore gratuito che esiste automaticamente o che si mantiene da sola. La libertà va difesa giorno per giorno, perchè ancora oggi nella nostra Nazione esistono persone che non sempre agiscono nel suo pieno rispetto. I giovani sono il futuro ed in questa ottica rappresentano le nuove menti per un domani fondato proprio sui valori di libertà e democrazia.
Sentirsi ripetere che la Resistenza ci ha rimesso all’onor del mondo e che va venerata come il nostro Secondo Risorgimento non rientra invece nella mia visone del mondo. E’ questione di libertà di coscienza, di disaccordo profondo espresso anche da tutti quelli che non si riconoscono nella “versione ufficiale” e  che le alte cariche dello Stato e i partiti nati dai lombi del Cln invece danno della vicenda italiana.
In questi giorni noi portiamo idealmente un fiore sulla tomba del “torto”, dove nessuno ha osato mai, senza gonfaloni e fasce tricolori, perché il diktat resistenziale impone di relegare all’oblio le storie di quei ragazzi che combatterono indossando una divisa e servendo una bandiera, volontariamente e con abnegazione. Storie che vengono rispolverate a piacimento solo quando serve un capro espiatorio da far passare sul patibolo della storia. Fino a quando continueremo ad utilizzare questa data per demonizzare gli avversari politici di oggi, in nome di un qualcosa accaduto ormai 70 anni fa, fino a quando continueremo a dividerci su chi sia giusto ricordare e chi debba essere invece condannato all’oblio, su chi siano stati i veri liberatori, dimostreremo soltanto di essere degli immaturi e di non essere pronti a fare i conti con il proprio passato in maniera serena.



La Segretaria
Gabriella Vannucci

lunedì 23 aprile 2012

Le assurdità di Napolitano

Il presidente della Repubblica ha detto: “Gli evasori fiscali non meritano di essere chiamati Italiani”. Mi piacerebbe chiedergli se invece lui considera italiani quei ladri che si sono ingrassati nei partiti grazie ai finanziamenti pubblici (bocciati da un referendum popolare di cui oggi non si tiene minimamente conto) e che siedono bellamente sulle loro poltrone, invece di sedere su una panca di legno in galera. C’è forse almeno uno di loro che, dopo essere stato scoperto, si sia suicidato per la vergogna o abbia chiesto scusa al popolo? Sulla tassazione disumana in cui vive uno stato nato male, amministrato ancor peggio, arrogante come un padrone di una fabbrica di fine ‘800, invece, Napolitano non ha detto una parola.
Quei politici corrotti e ladri sono davvero Italiani, al pari dei manager statali che percepiscono stipendi milionari in barba alla crisi e come gli imprenditori indebitati che si suicidano, come gli operai disoccupati. Stessa nazionalità, ma dignità di vita molto diversa fra chi lotta ogni giorno per la sopravvivenza propria e della propria famiglia e chi ha perso già da molto tempo i contatti con il mondo reale. Sono Italiani come quei tanti parlamentari e consiglieri regionali inutili, che nella vita possono fare solo i politici, perché non sanno fare nulla, che non hanno mai lavorato e che non pensano affatto a rinunciare ai loro privilegi di casta, che si permettono di accusare chi chiede un parlamento dimezzato nel numero, con stipendi più bassi, non nominato con liste bloccate, ma eletto con preferenze, di essere un populista, un demagogo pericoloso per l’Italia, perché starebbe preparando la strada all’avvento di una dittatura. Ma la vera dittatura invece è proprio la Casta.
Oggi Napolitano fa il patriota perché gli conviene, ma fino a ieri sventolava la bandiera rossa con la falce e il martello, simbolo del bolscevismo che prevaleva in lui sull’amor di patria. A sua parziale scusante l’età avanzata, ma per chi lo ha messo sul Colle non c’è invece nessuna attenuante.



Il Presidente
Gianni Massai

venerdì 20 aprile 2012

Italia, avanti!

In tempi di crisi la cosa peggiore è pensare che non ci sia più bisogno della Politica per risolvere i problemi. Ci sarebbe al contrario molto bisogno di Lei, ma nel Palazzo latita. I tecnici al potere vogliono far tornare i conti nel libro mastro del Paese, con il rischio, anzi di più, con la ormai assodata certezza, che i conti non tornino più nella piccola contabilità delle famiglie. Nei partiti invece la Margherita ha i suoi Lusi, la Lega i suoi Denny De Vito della tesoreria e gli altri chissà, con la conseguenza della colpa di aver lasciato l'Italia nelle mani dei Grillo, dei demagoghi con cui si fanno quattro risate e due urli in piazza, ma con cui non si governano le crisi. Per questo le persone ce l'hanno con la Politica e con quelli del Palazzo: ci hanno tradito quando avevamo più bisogno di loro, hanno continuato a mangiare anche quando noi siamo rimasti a pancia vuota.
La cosa peggiore che capita di questi tempi, con una frustrazione sempre meno sorda, è voler prendere di petto le difficoltà, sentendo di non avere una corazza di protezione, di essere nudi di fronte alle difficoltà. La cosa peggiore di tutte in tempi di crisi però sarebbe chinare il capo e rassegnarsi, pensare che tutto sia nero, che tutti siano ladri e che tutto vada a rotoli. No! C'è invece un'Italia che non abbassa la testa, che sventola il tricolore nel mondo. Un'Italia che è molto vicina a noi e che spesso sovrappone i suoi confini a quelli della Toscana, dell'Umbria, del Lazio con le sue straordinarie eccellenze. In questo mare in tempesta abbiamo la consapevolezza che si può e si deve raggiungere il porto. Come? Occorre ripartire da noi stessi, mettersi in gioco, assumersi responsabilità  e fare in modo che la nostra nave non sbandi, non faccia inchini e non lambisca gli scogli. Italia, avanti! Senza pesi morti ce la possiamo fare.



Il Presidente
Gianni Massai

sabato 14 aprile 2012

Nel futuro dell'Italia la sospensione delle consultazioni elettorali?

Il potere deve aver dato alla testa a diversi esponenti del governo di Mario Monti. Solo uno stato di confusione mentale poteva spingere Palazzo Chigi ed il Viminale a prendere una decisione che ha dell’incredibile: la scelta di non fornire l’assistenza tecnica e la copertura finanziaria alla Regione Sardegna in occasione delle prossime elezioni amministrative. Eppure nei manuali di diritto pubblico c’è scritto che i Sindaci sono rappresentanti del Governo sui territori e svolgono diversi compiti per conto dello Stato. Come pretende di scegliere i “suoi uomini” il ministro Cancellieri? Stanno forse pensando ad una nuova figura di borgomastro estratto a sorte tra i residenti di un determinato paese? Il ruolo fra l'altro sarebbe in perfetta sintonia con la tecnocrazia più spinta.

Il Capo del Dipartimento per gli affari interni e territoriali del Ministero dell’Interno, ha sostenuto che sono venuti meno i presupposti per lo svolgimento da parte dello stesso Ministero delle "attività di supporto tecnico-amministrativo e per il sostenimento degli oneri finanziari a carico dello Stato per l’organizzazione e la gestione delle elezioni amministrative nella Regione Sardegna, e che, pertanto, già dal corrente anno non predisporrà alcuna pubblicazione o stampato, né assicurerà la gestione delle procedure informatiche”. La tornata elettorale per la Sardegna è in programma per il 21 e 22 maggio, data diversa da quella del 6 maggio fissata da Palazzo Chigi per le elezioni amministrative di tutta Italia. La causa è da imputare a 10 referendum sardi detti anti-casta: quattro sono quesiti abrogativi che chiedono l’eliminazione di altrettante leggi regionali riguardanti l’istituzione, arrivata nel 2004, di quattro nuove province (Olbia-Tempio, Ogliastra, Medio Campidano e Sulcis-Iglesiente). Un quinto quesito, solo consultivo, propone addirittura la cancellazione di tutte le altre quattro, le province cosiddette “storiche” (Cagliari, Oristano, Nuoro e Sassari). Poi si chiede la riduzione dei consiglieri regionali da 80 a 50, far piazza pulita dei consigli di amministrazione degli enti regionali, l’elezione diretta del presidente della Regione, con l’obbligo delle primarie per tutte le coalizioni e la creazione di un’assemblea costituente per un nuovo Statuto sardo. Tutti quesiti solo consultivi a cui si aggiunge un altro abrogativo, molto popolare, sulla legge che fissa status e indennità dei consiglieri regionali. Il mancato accordo fra le parti politiche sarde a stabilire un election day ha avuto la conseguenza di fissare la votazione per i referendum al 6 maggio, mentre quella per le elezioni amministrative è slittata al 21 e 22 maggio.

A parte la doverosa spiegazione della questione per sapere di cosa stiamo parlando, è questo il primo passo del governo Monti per impedire libere votazioni? Accadrà la stessa cosa in futuro su altre tornate elettorali? Saranno sospese pure le elezioni politiche del 2013? Noi crediamo che tutti i cittadini debbano essere messi nella condizione di poter scegliere sindaci e consiglieri comunali, premier e rappresentanti in Parlamento, tutti attraverso lo strumento delle preferenze. Questo vuole la democrazia, quando non è tecnicamente sospesa da qualche bocconiano in loden.

Per quanto riguarda la critica sul fatto che così facendo si spendono due volte i soldi pubblici consigliamo al professor Monti di smettere di tartassare i soliti noti per reperire risorse, gli consigliamo di decidersi ad affrontare l'intera questione partitocrazia versus democrazia, che non riguarda solo i cosiddetti rimborsi elettorali, argomento oggi di moda, ma la questione della personalità giuridica dei partiti, le regole di democrazia interna, l'anagrafe pubblica degli eletti e dei nominati, la questione delle nomine nei vari consigli d'amministrazione, asl, municipalizzate, eccetera. Poi c'è da aprire tutto il dossier dell'occupazione dei partiti negli enti economici statali e para-statali e per finire ci sarebbe da analizzare quella strana corsa ad aprirsi le Fondazioni ad personam, veri e propri pozzi di San Patrizio. Ma di questo parleremo un'altra volta.



Il Presidente
Gianni Massai

Il disarmo bilaterale di Orazi e Curiazi

Non ce ne siamo accorti, ma nell’arco di pochi anni si sono ritirati gli Orazi e Curiazi della politica italiana: prima è toccato ai competitori di centro-sinistra Prodi, Veltroni e D’Alema, ripiegando nelle retrovie, poi ai competitori di centrodestra Fini, Berlusconi e Bossi, che hanno abdicato. Sono rimasti in campo solo i fiancheggiatori, anzi gli sfiancheggiatori: Di Pietro da una parte, Casini dall’altra, spine nel fianco.

Altro che immobilità della leadership in Italia, ormai il bipolarismo è evacuato, ma non è una svolta, semmai una voragine, e si è aperto un pauroso vuoto.

Beffarda la caduta di Bossi, padre padrone e celodurista, ad opera di donne e bambini, cioè segretarie, badanti-megere, ragazzini e figli di papà.

Penosa la missione suicida di Fini, pronto a distruggersi pur di distruggere Berlusconi, passando da un partito grande a uno bonsai.

Misteriosa la sparizione tranquilla di Berlusconi, che sembrava impossibile e innaturale per una divinità egocentrica come Lui.

Discreto il ritorno di Prodi alla salumeria di origine, dove è stato non soppresso ma soppressato, non immortalato ma immortadellato.

Sciolto D’Alema nel suo stesso acido e poi riposto in freezer, variante tecnica e domestica della Siberia.

Stupefacente la trasformazione di Veltroni in virus che attacca gli organismi debilitati.

Restano Casini, che è salito sui Monti per vedere il Colle e Tonino che accusa Monti di crimini contro l’umanità.

Fuori spira un forte vendola e frignano i grilli.



Il Presidente
Gianni Massai