martedì 31 gennaio 2012

Regime tecnico: colpi di sobrietà

Il (dis)servizio pubblico radiotelevisivo mette in atto altisonanti contromisure per annebbiare il cervello all’indefesso spettatore del tiggì. Conosciamo ormai nei minimi dettagli il rovinoso naufragio del transatlantico Costa Concordia, conosciamo gli spostamenti millimetrici dei sub, ogni starnuto del comandante Schettino (prima e dopo la sventurata manovra d’inchino al Giglio) e perfino le opinioni a caldo dei curiosi accorsi sull’isola.
Ma chi piange il manifestante travolto e ucciso due giorni fa dalla camionista tedesca ad Asti? Chi si dispiace per i pescatori esasperati e in vana attesa di un confronto davanti Montecitorio, mentre Mr. Goldman & Sachs prometteva all’Ue l’attuazione di “tutte le misure necessarie per porre fine ai blocchi” da caro gasolio e decreto liberalizzazioni? Dei movimenti popolari che dalla Sicilia stanno dilagando in tutt’Italia – Forza d’urto e Forconi – l’immagine falsata che proviene dalla tv di Stato è quella di mafiosi, bruti e delinquenti.
Le platinate dive del notiziario introducono con aria di riprovazione e disgusto i rapidi servizi in argomento, enfatizzando ben volentieri i disagi causati (al governo dell’austerità) dallo sciopero di agricoltori, autotrasportatori, pensionati, studenti: tutta gente comune. E così inizia il fiume di interviste presso supermercati e distributori di benzina, dov’è facile scovare qualche mondano avventore in vena di lamentele, tanto più se, così facendo, si aggiudica il famoso quarto d’ora di notorietà decantato da Andy Warhol. Ampio spazio poi alle severe condanne dei partiti: non possono far sfigurare l’osannata amministrazione tecnocratica dopo avergli votato la fiducia, molto meglio invece farsi belli sulle disgrazie altrui. Pier Ferdinando Casini sfoggia ad esempio un’abbronzatura impeccabile recitando lo slogan dei blocchi “impropri e illegali”, mentre la Marcegaglia e il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, invocano un intervento immediato. Del resto, i vertici dell’Unione europea esigono una soluzione rapida del problema, onde “assicurare la libera circolazione delle merci”. Guai a infrangere il primo comandamento del libero mercato, altrimenti è in agguato la tremenda sanzione: più manganellate per tutti.
In realtà l’equipaggio tricolore non vuol starsene con le mani in mano – proprio mentre Monti sta eseguendo un’ulteriore e spericolata manovra d’inchino a Francoforte sul Meno – perché lo squarcio sarebbe immenso. Tra i primi ad abbandonare la nave, i medesimi timonieri che la conducono al naufragio.



Il Presidente
Gianni Massai

martedì 3 gennaio 2012

Trasformiamo la rabbia in azione positiva

Forse qualcuno storcerà il muso leggendo questa nota, ma chi mi segue sa bene che certe liturgie buoniste non mi appassionano. Non sono certo dotato di superpoteri, eppure nel frastuono della festa riesco a sentire il grido della sofferenza e tra i bagliori delle luci distinguo nitidamente il buio della miseria.

Non è retorica, non è catastrofismo: è solo amara constatazione della realtà. Sono giorni amari quelli che stanno vivendo tanti nostri concittadini. C'è chi cerca di esorcizzare la paura, buttandosi a capofitto nei festeggiamenti e chi proprio non riesce a far finta di niente di fronte a quello che sta accadendo. C'è pure chi continua a spendere e spandere esibendo lussi e vizi, ma appartiene ad un'altra categoria di uomini, sulla quale non vale la pena di spendere neanche una sola parola. La chemioterapia economica predisposta da Monti e compagnia, su diktat della BCE, oltre a stangare fin da subito tante famiglie, devasterà in pochi mesi anche quel poco di buono che è rimasto del nostro ex Stato sovrano, polverizzerà l'art.18 e quel Welfare da sempre nel mirino dei liberisti d'assalto. L'ulteriore sforbiciata ai redditi italiani onesti e “tracciabili”, sbagliata e fuori luogo, farà poi il resto. La lotta all'evasione, invece, è materia per racconti da osteria: poco sarà tolto ai miliardari scudati e condonati, mentre pagano sempre gli stessi e sempre di più. Squallido è il ruolo di quei partiti che si stanno nascondendo dietro il governo dei professori per poi ripresentarsi come moderna novità alle prossime consultazioni elettorali, ancor più squallida è la volontà dei politici datati di riappropriarsi di una nuova “verginità” agli occhi dell'elettorato. Intanto, nell'attesa dei tanto agognati tempi migliori (per loro), votano i nefasti provvedimenti montiani assicurandogli i numeri per andare avanti.

In questo scenario, fra le persone comuni, fra coloro che non sono stati bocconianamente resi illuminati, ci sono tanti che soffrono e capiscono che le cose non vanno affatto bene, ma non trovano la forza di trasformare la rabbia in azione e rimangono in silenzio mugugnando al chiuso delle quattro mura. E' a loro che voglio rivolgere il mio più vibrante augurio per il nuovo anno, di risveglio e di lotta. Che possano unire le proprie forze a quelle di chi già sta combattendo contro le logiche del potere fine a se stesso e possano affiancare le proprie gambe a quelle di chi è in marcia da tempo. Che tutti insieme, infine, si possa finalmente diventare una vera Nazione unita, un'Europa dei popoli, una comunità di persone con la stessa visione del mondo.




Il Presidente
Gianni Massai