sabato 14 aprile 2012

Il disarmo bilaterale di Orazi e Curiazi

Non ce ne siamo accorti, ma nell’arco di pochi anni si sono ritirati gli Orazi e Curiazi della politica italiana: prima è toccato ai competitori di centro-sinistra Prodi, Veltroni e D’Alema, ripiegando nelle retrovie, poi ai competitori di centrodestra Fini, Berlusconi e Bossi, che hanno abdicato. Sono rimasti in campo solo i fiancheggiatori, anzi gli sfiancheggiatori: Di Pietro da una parte, Casini dall’altra, spine nel fianco.

Altro che immobilità della leadership in Italia, ormai il bipolarismo è evacuato, ma non è una svolta, semmai una voragine, e si è aperto un pauroso vuoto.

Beffarda la caduta di Bossi, padre padrone e celodurista, ad opera di donne e bambini, cioè segretarie, badanti-megere, ragazzini e figli di papà.

Penosa la missione suicida di Fini, pronto a distruggersi pur di distruggere Berlusconi, passando da un partito grande a uno bonsai.

Misteriosa la sparizione tranquilla di Berlusconi, che sembrava impossibile e innaturale per una divinità egocentrica come Lui.

Discreto il ritorno di Prodi alla salumeria di origine, dove è stato non soppresso ma soppressato, non immortalato ma immortadellato.

Sciolto D’Alema nel suo stesso acido e poi riposto in freezer, variante tecnica e domestica della Siberia.

Stupefacente la trasformazione di Veltroni in virus che attacca gli organismi debilitati.

Restano Casini, che è salito sui Monti per vedere il Colle e Tonino che accusa Monti di crimini contro l’umanità.

Fuori spira un forte vendola e frignano i grilli.



Il Presidente
Gianni Massai

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