sabato 14 aprile 2012

Nel futuro dell'Italia la sospensione delle consultazioni elettorali?

Il potere deve aver dato alla testa a diversi esponenti del governo di Mario Monti. Solo uno stato di confusione mentale poteva spingere Palazzo Chigi ed il Viminale a prendere una decisione che ha dell’incredibile: la scelta di non fornire l’assistenza tecnica e la copertura finanziaria alla Regione Sardegna in occasione delle prossime elezioni amministrative. Eppure nei manuali di diritto pubblico c’è scritto che i Sindaci sono rappresentanti del Governo sui territori e svolgono diversi compiti per conto dello Stato. Come pretende di scegliere i “suoi uomini” il ministro Cancellieri? Stanno forse pensando ad una nuova figura di borgomastro estratto a sorte tra i residenti di un determinato paese? Il ruolo fra l'altro sarebbe in perfetta sintonia con la tecnocrazia più spinta.

Il Capo del Dipartimento per gli affari interni e territoriali del Ministero dell’Interno, ha sostenuto che sono venuti meno i presupposti per lo svolgimento da parte dello stesso Ministero delle "attività di supporto tecnico-amministrativo e per il sostenimento degli oneri finanziari a carico dello Stato per l’organizzazione e la gestione delle elezioni amministrative nella Regione Sardegna, e che, pertanto, già dal corrente anno non predisporrà alcuna pubblicazione o stampato, né assicurerà la gestione delle procedure informatiche”. La tornata elettorale per la Sardegna è in programma per il 21 e 22 maggio, data diversa da quella del 6 maggio fissata da Palazzo Chigi per le elezioni amministrative di tutta Italia. La causa è da imputare a 10 referendum sardi detti anti-casta: quattro sono quesiti abrogativi che chiedono l’eliminazione di altrettante leggi regionali riguardanti l’istituzione, arrivata nel 2004, di quattro nuove province (Olbia-Tempio, Ogliastra, Medio Campidano e Sulcis-Iglesiente). Un quinto quesito, solo consultivo, propone addirittura la cancellazione di tutte le altre quattro, le province cosiddette “storiche” (Cagliari, Oristano, Nuoro e Sassari). Poi si chiede la riduzione dei consiglieri regionali da 80 a 50, far piazza pulita dei consigli di amministrazione degli enti regionali, l’elezione diretta del presidente della Regione, con l’obbligo delle primarie per tutte le coalizioni e la creazione di un’assemblea costituente per un nuovo Statuto sardo. Tutti quesiti solo consultivi a cui si aggiunge un altro abrogativo, molto popolare, sulla legge che fissa status e indennità dei consiglieri regionali. Il mancato accordo fra le parti politiche sarde a stabilire un election day ha avuto la conseguenza di fissare la votazione per i referendum al 6 maggio, mentre quella per le elezioni amministrative è slittata al 21 e 22 maggio.

A parte la doverosa spiegazione della questione per sapere di cosa stiamo parlando, è questo il primo passo del governo Monti per impedire libere votazioni? Accadrà la stessa cosa in futuro su altre tornate elettorali? Saranno sospese pure le elezioni politiche del 2013? Noi crediamo che tutti i cittadini debbano essere messi nella condizione di poter scegliere sindaci e consiglieri comunali, premier e rappresentanti in Parlamento, tutti attraverso lo strumento delle preferenze. Questo vuole la democrazia, quando non è tecnicamente sospesa da qualche bocconiano in loden.

Per quanto riguarda la critica sul fatto che così facendo si spendono due volte i soldi pubblici consigliamo al professor Monti di smettere di tartassare i soliti noti per reperire risorse, gli consigliamo di decidersi ad affrontare l'intera questione partitocrazia versus democrazia, che non riguarda solo i cosiddetti rimborsi elettorali, argomento oggi di moda, ma la questione della personalità giuridica dei partiti, le regole di democrazia interna, l'anagrafe pubblica degli eletti e dei nominati, la questione delle nomine nei vari consigli d'amministrazione, asl, municipalizzate, eccetera. Poi c'è da aprire tutto il dossier dell'occupazione dei partiti negli enti economici statali e para-statali e per finire ci sarebbe da analizzare quella strana corsa ad aprirsi le Fondazioni ad personam, veri e propri pozzi di San Patrizio. Ma di questo parleremo un'altra volta.



Il Presidente
Gianni Massai

1 commento:

  1. Complimenti Gianni, hai toccato un punto veramente interessante che si inserisce nella corrente di pensiero, tecnocratica e non solo, che vede le elezioni come una mera perdita di tempo. Ma cosa ci si poteva aspettare da un Governo che appunto non ha alcuna investitura popolare e che è il frutto di un colpo di stato "soft" che ha coniugato gli interessi della alta burocrazia statale con quelli della alta burocrazia europea, via Napolitano e Goldman Sachs? Credo che vada aperta una seria riflessione su questo tema e sulla sovranità popolare in generale.

    RispondiElimina