Nel documento finanziario
presentato il 20 settembre da Letta e dal suo ministro dell'Economia si
legge chiaro e tondo che siamo in coda alla ripresa europea, mentre il
terzo trimestre ha visto una crescita della ricchezza dei paesi euro
superiore alle previsioni. L'Italia insomma va esattamente nella
direzione opposta e contraria, il Pil è peggiorato rispetto a quanto
preventivato. E non si venga a dire che sono stati i tassi di
interesse,perché il nostro sforamento del deficit dipende per il 75 per
cento dalla congiuntura economica. La situazione quindi è che il Pil
cresce di meno e di conseguenze gli introiti fiscali, mentre la spesa
pubblica fa sempre il suo sporco dovere: cioè sale.
In
queste ore gli stessi che ci raccontavano dell'inutilità di abolire
l'Imu adesso si dicono preoccupati che per la crisi di governo saremo
costretti a pagare la seconda rata a dicembre. Preoccupazione
legittima, ma che proviene dagli stessi che ci avrebbero fatto pagare
sia la seconda sia la prima. Ma fateci il piacere.
Si dice, ed è
vero, che da oggi per colpa di B. e dei suoi ministri aumenterà l'Iva,
l''alternativa però era quella di compensare la tenuta sull'Iva con
l'aumento della benzina: sai che risultato. Cambiate il nome, ma sempre
di tassa si tratta. A tutti i nostri maestri del pensiero che si
stracciano le vesti per la crisi di governo vorrei fare una domanda
secca: quale azienda del mondo è oggi in grado di assumere a tempo
indeterminato decine di migliaia di dipendenti? La risposta è semplice, è
la nostra pubblica amministrazione, complice le manovre messe in piedi
da questo governo.
Ma andiamo avanti e pensiamo
all'economia reale. Vi sembra normale che la nostra più importante
industria pesante (l'Ilva) sia di fatto commissariata e non in grado di
lavorare appieno? È normale che il commissario europeo e spagnolo
abbia imposto ad una nostra banca (la terza per dimensioni) la ricerca
di risorse doppie rispetto al previsto? Quando ad esempio nella stessa
Spagna le medesime banche, con ben maggiori guai, se la sono cavate con
un prestito europeo, pagato anche dai contribuenti italiani? E' forse
colpa della crisi di governo se Telecom e Alitalia stanno per essere
acquisite da gruppi stranieri? Ma poi gli stessi che ritrovano
interesse a giorni alterni per il nostro peso in Europa, non sono i
medesimi che vorrebbero politiche protezionistiche?
Viviamo
in una gigantesca bolla di ipocrisia. Si preannuncia l'arrivo delle
cavallette su quel che resta del raccolto economico italiano. Ma è una
balla. Come lo era quella dello spread, calato solo per l'intervento di
Mario Draghi. L'economia italiana ha bisogno di uno choc e non saranno
quattro mosse di buon senso messe in campo da un governo democristiano
a procurarlo. Come non sarà una crisi di governo a peggiorare la
nostra condizione. Il vero punto di domanda piuttosto è un altro.
Davvero si crede che nuove elezioni creino una maggioranza tale da
poter dare una sferzata al nostro molle e timido corpaccione statale? È
un dubbio legittimo. Mentre è una certezza che con questo governo di
larghe intese non si va da nessuna parte.
Il Presidente
Gianni Massai
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