venerdì 1 novembre 2013

Priebke: sconcerto e disgusto

martedi 15 ottobre

Dopo tutto il chiacchiericcio mediatico a cui ho assistito esprimo anche io la mia opinione sulla morte dell'ex capitano delle SS Erich Priebke.
Con le sue esequie celebrate, in forma privatissima, nella cappella della Fraternità San Pio X di Albano anche Priebke ha quasi ultimato il suo viaggio terreno. Al rito funebre officiato dai padri lefebvriani, cattolici tradizionalisti, anche in questo senso andati in collisione con la Chiesa ufficiale e in particolare con il Vicariato che aveva negato - fulgido esempio di pietas cristiana - i funerali in una chiesa di Roma, seguirà soltanto la scelta definitiva del luogo dove la sua salma riposerà in eterno. Forse un'urna, se i familiari o chi per loro faranno richiesta di dispensa dall'inumazione.
I sentimenti predominanti in questi giorni dopo la sua morte per lo spettacolo macabro e grottesco (parole di Cacciari) messo in onda dai suoi nemici viventi sono lo sconcerto e il disgusto.
Quando non si ha rispetto per la morte, chiunque essa colpisca, non si ha rispetto nemmeno per se stessi. Non è mia volontà censurare o biasimare chi mette in discussione le opere, la vita di chiunque altro: nessuno lo vieta. Ma nessuno può - o almeno non dovrebbe - vietare biasimo, affetto, odio o amore e anche su Priebke è normale che si possa esprimere un giudizio, qualunque esso sia: negativo, postivo, neutrale. Ma non si può, né si deve - se si è parte della comunità degli esseri umani - vilipendere un morto. E' vergognoso.
Anche queste poche righe vogliono rispettare i morti. Non solo Priebke, ma anche i civili falciati nella rappresaglia alle Fosse Ardeatine e nell'attentato vigliacco di via Rasella, all'origine di questa tragedia che sembra ancora non debba vedere la parola fine.


Il Presidente
Gianni Massai

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