Vogliamo unirci alla felicità di una nostra
concittadina di Sinalunga che giovedi scorso ha ottenuto finalmente, dopo dieci
anni di difficile iter burocratico, la cittadinanza italiana. Quella della
cittadinanza è una questione su cui ultimamente si sente molto dibattere e la
tentazione dell’ideologia, della risposta faziosa e scontata, è sempre in
agguato, così come la tentazione dell’ipocrisia, o del buonismo, o del
razzismo. A noi interessa ribadire un concetto, che l’Italia sia di chi la ama.
Pensiamo che la patria non sia un dato che si acquisisce per mera discendenza,
qualcosa che ci troviamo a ereditare e archiviamo, ma piuttosto una scelta che
rinnoviamo ogni giorno, una scelta libera e appassionata. E sappiamo che quella
della nostra concittadina lo è stata. Lo sappiamo per conoscenza diretta e
perché abbiamo condiviso con lei un pezzo della nostra strada, che ci auguriamo
continui e sia ricco di importanti sviluppi. Stigmatizziamo invece il
comportamento dell'amministrazione comunale che purtroppo non ha fatto vivere
pienamente questa importante scelta alla nostra concittadina, privandola di una
cerimonia ufficiale che avrebbe consentito, se possibile, una ancor più piena
consapevolezza e un maggior senso di patriottismo. Anche alla luce di una
recentissima “Festa delle Culture”, che ha avuto luogo proprio a Sinalunga, ci
chiediamo infine se la parola Patria sia usata, da parte di chi amministra il
Comune, solo quando ci sia da ottenere un tornaconto in termini di consenso
elettorale, lasciando poi la realtà delle varie situazioni al pressappochismo
più completo.
Il Presidente
Gianni Massai
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