martedì 3 gennaio 2012

Trasformiamo la rabbia in azione positiva

Forse qualcuno storcerà il muso leggendo questa nota, ma chi mi segue sa bene che certe liturgie buoniste non mi appassionano. Non sono certo dotato di superpoteri, eppure nel frastuono della festa riesco a sentire il grido della sofferenza e tra i bagliori delle luci distinguo nitidamente il buio della miseria.

Non è retorica, non è catastrofismo: è solo amara constatazione della realtà. Sono giorni amari quelli che stanno vivendo tanti nostri concittadini. C'è chi cerca di esorcizzare la paura, buttandosi a capofitto nei festeggiamenti e chi proprio non riesce a far finta di niente di fronte a quello che sta accadendo. C'è pure chi continua a spendere e spandere esibendo lussi e vizi, ma appartiene ad un'altra categoria di uomini, sulla quale non vale la pena di spendere neanche una sola parola. La chemioterapia economica predisposta da Monti e compagnia, su diktat della BCE, oltre a stangare fin da subito tante famiglie, devasterà in pochi mesi anche quel poco di buono che è rimasto del nostro ex Stato sovrano, polverizzerà l'art.18 e quel Welfare da sempre nel mirino dei liberisti d'assalto. L'ulteriore sforbiciata ai redditi italiani onesti e “tracciabili”, sbagliata e fuori luogo, farà poi il resto. La lotta all'evasione, invece, è materia per racconti da osteria: poco sarà tolto ai miliardari scudati e condonati, mentre pagano sempre gli stessi e sempre di più. Squallido è il ruolo di quei partiti che si stanno nascondendo dietro il governo dei professori per poi ripresentarsi come moderna novità alle prossime consultazioni elettorali, ancor più squallida è la volontà dei politici datati di riappropriarsi di una nuova “verginità” agli occhi dell'elettorato. Intanto, nell'attesa dei tanto agognati tempi migliori (per loro), votano i nefasti provvedimenti montiani assicurandogli i numeri per andare avanti.

In questo scenario, fra le persone comuni, fra coloro che non sono stati bocconianamente resi illuminati, ci sono tanti che soffrono e capiscono che le cose non vanno affatto bene, ma non trovano la forza di trasformare la rabbia in azione e rimangono in silenzio mugugnando al chiuso delle quattro mura. E' a loro che voglio rivolgere il mio più vibrante augurio per il nuovo anno, di risveglio e di lotta. Che possano unire le proprie forze a quelle di chi già sta combattendo contro le logiche del potere fine a se stesso e possano affiancare le proprie gambe a quelle di chi è in marcia da tempo. Che tutti insieme, infine, si possa finalmente diventare una vera Nazione unita, un'Europa dei popoli, una comunità di persone con la stessa visione del mondo.




Il Presidente
Gianni Massai

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